Ieri, ancora una volta, la Borsa italiana ha sbandato sotto i colpi delle dichiarazioni in arrivo dall’Eurogruppo, riunito in Lussemburgo. È stata una giornata difficile e ancora una volta, con ogni probabilità, la speculazione non ha mancato l’appuntamento. C’è chi, per definizione e per compito istituzionale, deve controllare che le regole del mercato vengano rispettate: la Consob. Ma, dopo l’uscita del presidente, Mario Nava, avvenuta a metà settembre, la commissione è acefala, perché il successore non è stato nominato. Di conseguenza, in momenti di grande fibrillazione, la Consob ha un vertice provvisorio. La professionalità dei commissari è indubbia, ma la scelta del nuovo presidente dev’essere immediata. Anche perché l’elenco dei dossier all’attenzione dell’authority è lungo e si tratta di vicende scottanti, che si sommano alla necessità di tenere alta la guardia nella difesa del risparmio. Dalla Carige, alle prese con l’incognita patrimonio, al Monte dei Paschi, che sta cercando di ritrovare l’equilibrio dei conti. Dai rimborsi ai risparmiatori coinvolti nella liquidazione delle banche venete, di assoluta attualità, alla nuova Commissione banche sul punto di essere varata. Dal dossier telecomunicazioni al duello tra Tim e la francese Vivendi del finanziere bretone Vincent Bolloré. E ancora: il caso Atlantia, il futuro di Unicredit e Mediobanca, il crocevia Generali, Banca popolare di Bari, il crollo di Astaldi, le trattative tra Mediaset e Sky. Insomma, la Consob ha bisogno di un presidente. Subito, perché è bene che il mercato sia marcato stretto. Soprattutto quando spread e quotazioni vanno sull’ottovolante.
© Riproduzione riservata