In un momento così delicato per le relazioni politico-diplomatiche tra Italia e Francia, Medef e Confindustria hanno deciso di confermare a Versailles l’appuntamento del secondo Forum bilaterale, con due delegazioni di altissimo livello. L’obiettivo è innanzitutto ribadire alla politica, dopo la dichiarazione congiunta del 7 febbraio, quanto il mondo economico francese e quello italiano siano strettamente interdipendenti nelle dinamiche e prospettive di crescita.
I nostri Paesi, che sono stati protagonisti fondamentali nel processo di integrazione, devono rimettersi al servizio del progetto europeo, superando le tensioni di queste settimane, perché le sfide che creano ansia e preoccupazione nelle nostre opinioni pubbliche vengono innanzitutto dall’esterno e devono essere rapidamente affrontate con visione ed efficacia.
Lanciamo pertanto un accorato appello alla responsabilità ai nostri rispettivi Governi, affinché rilancino la cooperazione bilaterale, prerequisito essenziale per lo sviluppo economico dei nostri Paesi e per rafforzare l’Unione europea.
Medef e Confindustria condividono una precisa visione sullo sviluppo e la direzione del processo di integrazione europea e questo bilaterale rappresenta dunque anche un’importante occasione per veicolare i nostri comuni messaggi in vista di importanti decisioni sul futuro dell’Unione.
Sentiamo la responsabilità di promuovere un modello europeo che possa soddisfare una duplice ambizione: assicurare crescita, occupazione e benessere per i nostri cittadini e rafforzare la sovranità della Ue per consentirle di avere una voce più assertiva nello scacchiere globale.
In questi anni i cittadini hanno avuto la percezione di un’Unione lontana e punitiva, poco trasparente, lenta e spesso inefficace nelle decisioni. Il sentimento di disaffezione, unito al senso di precarietà, è aumentato anche a causa del diffuso malcostume politico di scaricare le responsabilità di scelte impopolari ma necessarie su Bruxelles.
In questo senso, Confindustria e Medef condividono la necessità di rimettere al centro dell’azione politica il metodo comunitario e lo spirito dei Trattati, per impedire che le ansie da campagna elettorale, che attraversano costantemente gli Stati membri, possano condizionare, rallentare o impedire le decisioni a livello europeo.
Ripristinare il senso di fiducia dei cittadini, attraverso maggiore trasparenza e partecipazione, è la precondizione per ridare slancio al processo di integrazione e a quelle riforme necessarie per rendere l’Unione veramente unita e aperta ma rispettosa delle differenze e delle prerogative nazionali, ambiziosa ma attenta e inclusiva e capace di giocare un ruolo da protagonista nello scenario globale.
La nostra ambizione è costruire un’Unione europea che diventi un modello in grado di coniugare sostenibilità e opportunità per crescere, studiare, lavorare, fare impresa e investire.
Sul piano interno, le priorità sono le regole comuni sul funzionamento del mercato interno e gli strumenti per raggiungere la coesione territoriale, sociale ed economica: abbiamo bisogno di un quadro armonizzato di regole senza che questo si traduca in un eccesso di burocrazia e di investimenti nel campo dell’istruzione, della ricerca, della cybersecurity, dello spazio e delle infrastrutture, sia di trasporto come la Tav che digitali, per recuperare dinamismo e colmare i molti gap accumulati con i nostri principali competitors globali, a cominciare da Cina e Stati Uniti.
Sul piano delle relazioni internazionali, abbiamo bisogno di un’Unione forte, che possa schierare campioni europei, che sia in grado di condizionare le regole del gioco globali, che resista a qualsiasi forma di protezionismo e concorrenza sleale, in particolare rispetto ai diritti sociali, che garantisca la reciprocità con altri partner globali e che disponga di efficaci strumenti antidumping. Un’Unione dotata anche della capacità di investire in modo significativo nei Paesi terzi, come quelli africani, per favorirne la transizione democratica e le opportunità di crescita e business.
La nostra convinzione è che per raggiungere questi obiettivi occorra ripartire proprio da ciò che ha reso possibile il cammino verso l’integrazione: l’industria.
La crisi, infatti, ha dimostrato che il settore industriale continua a essere l’unica scommessa sicura per il nostro futuro. Una scommessa che, naturalmente, richiede investimenti a sostegno di una politica industriale più incisiva e più orientata al manifatturiero, in grado di contribuire al rilancio della competitività di tutte le imprese europee, soprattutto le Pmi, e a una reindustrializzazione dell’Europa.
È il momento di mettere al servizio del progetto europeo tutte le idee e le energie migliori. Confindustria e Medef, unite da un comune sentire e da una comune visione, non intendono sottrarsi a questa responsabilità e l’appuntamento di Versailles, in questo momento così cruciale, rappresenta un modo per ribadirlo ancora una volta con forza.
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