Negli ultimi anni è avvenuta una significativa modernizzazione del nostro Paese sotto il profilo della sua specializzazione produttiva internazionale. Nel settore manifatturiero l’Italia ha guidato la rivoluzione del design nell’arredo e nei prodotti della casa; ha conquistato quote di mercato rilevanti nella moda e nel lusso.
L’Italia si è rafforzata in centinaia di nicchie ad alta tecnologia nella meccanica, nei mezzi di trasporto e nella farmaceutica; si è imposta ai vertici mondiali nei prodotti alimentari trasformati e nei vini.
Ma anche l’agricoltura si è profondamente rinnovata; è cresciuta e ha saputo valorizzare in particolar modo le produzioni vegetali di più alto pregio, che hanno permesso all’Italia di diventare il primo Paese agricolo del Vecchio continente. Infatti, nel periodo 2008-2018, l’Italia ha conquistato abbastanza stabilmente la leadership di settore a livello dell’Unione europea in quanto ha sempre superato la rivale Francia, anche se a volte di stretta misura, con la sola esclusione degli anni difficili 2010 e 2011. Ciò è avvenuto anche lo scorso anno, in cui il valore aggiunto dell’agricoltura italiana è stato stimato da Eurostat pari a 32,2 miliardi di euro: un dato che permette al nostro Paese di mantenere il primo posto tra i Paesi della Ue, davanti alla Francia (32,1 miliardi), alla Spagna (30,2 miliardi) e alla Germania (16,8 miliardi).
In Italia viene generato quasi un quinto del valore aggiunto dell’intero sistema agricolo della Ue: infatti, su un totale stimato pari a 182,3 miliardi nel 2018, l’Italia contribuisce per il 17,7%, mentre la Francia per il 17,6%, la Spagna per il 16,6% e la Germania per il 9,2%. È importante considerare che il valore aggiunto agricolo detenuto dal nostro Paese origina da produzioni importanti per quantità e qualità, con un sostegno relativamente limitato di sussidi. L’agricoltura italiana, infatti, risulta essere la meno sussidiata tra quelle dei principali Paesi europei sia in termini assoluti sia in termini relativi in rapporto al valore aggiunto, come rilevato dall’Istat.
A quest’ultimo riguardo va sottolineato che i contributi alla produzione a beneficio del settore agricolo ammontano nell’intera Ue a un totale di circa 51 miliardi nel 2017. Considerando i valori assoluti, nella classifica dei Paesi che ricevono i maggiori contributi all’agricoltura (sia nazionali sia europei) compare al primo posto la Francia con 8,2 miliardi, seguita dalla Germania con 6,7 miliardi e dalla Spagna con 5,7 miliardi. Per la nostra agricoltura i contributi alla produzione ammontano a 5,0 miliardi. Dunque, tra i maggiori Paesi produttori agricoli Ue il rapporto tra contributi alla produzione e valore aggiunto è per l’Italia il più basso. Tale rapporto, infatti, corrisponde nel 2017 al 33,1% in Germania, al 27,9% in Francia, al 20,4% in Spagna e solo al 15,8% in Italia, a fronte di una media della Ue pari al 27,6%.
L’agricoltura italiana vanta numerose produzioni di eccellenza nel settore vegetale e animale. In particolare, le produzioni vegetali Made in Italy legate alla dieta mediterranea e italiana - tra cui quelle di verdure, ortaggi, frutta e cereali - rivestono un ruolo di grande rilievo non solo nel settore agricolo nazionale, ma anche europeo e talvolta perfino mondiale, come nel caso dei carciofi o dei finocchi. Nella cinaricoltura, ad esempio, l’Italia è ai vertici mondiali per produzione grazie al contributo di regioni come la Puglia, la Sicilia, la Sardegna, la Campania, il Lazio ma anche Liguria, Toscana, Veneto. Gli italiani vantano anche il più alto consumo mondiale pro capite di carciofi.
Da una analisi realizzata dalla Fondazione Edison sui principali prodotti agricoli vegetali emerge che l’Italia si pone in ben 41 casi tra i tre principali produttori dell’Unione europea, nel quadro di una accesa competizione soprattutto con Spagna e Francia (dati Eurostat riferiti all’anno 2017). Nel dettaglio: l’Italia è il primo produttore Ue in 17 produzioni agricole vegetali, il secondo in 16 e il terzo in altre 8.
Anticipiamo qui alcuni dati dello studio della Fondazione Edison, che sarà diffuso nella seconda metà di maggio. L’Italia è il primo produttore Ue di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea e italiana come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta l’Italia primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche alle ciliegie, dalle albicocche alle uve da tavola e da vino, dai kiwi alle nocciole. Il nostro Paese è inoltre il primo produttore Ue di grano duro e riso.
L’Italia risulta poi il secondo produttore dell’Unione europea di lattughe, cavolfiori e broccoli, spinaci, zucchine, aglio, ceci, lenticchie e altri legumi freschi. È altresì seconda per la produzione di pesche, nettarine, meloni, limoni, arance, clementine, fragole (coltivate in serra), olive da olio, mandorle e castagne. Infine, l’Italia detiene il terzo posto in Europa per quanto riguarda asparagi, ravanelli, peperoni e peperoncini, fagioli freschi, angurie, fichi, prugne e olive da tavola.
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