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Conti pubblici, record di ispezioni Ue in Italia: 355 giorni di audit sulla spesa

La «sorveglianza speciale» dell’Europa sui conti italiani non riguarda solo il debito, il deficit e le controverse politiche di bilancio del Governo Lega-M5S: nel mirino delle istituzioni comunitarie è entrato infatti l’intero sistema di gestione della spesa pubblica dei fondi comunitari, sia sotto il profilo della correttezza amministrativa che della qualità della gestione contabile.

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Basti pensare che già dall’insediamento del governo Conte - e prima che si aprisse lo scontro con la Commissione sulla manovra del 2018 - tutte le entrate e le uscite dello Stato relative ai programmi della UE erano vagliate dal più capillare e invasivo programma di verifica contabile mai effettuato dalla Corte dei conti europea: a fine 2018, ha dichiarato la stessa European Court Of Auditors (Eca) nel suo rapporto annuale appena pubblicato, l’Italia era stata oggetto di ispezioni pari a 355 giorni di visite di audit, un record assoluto nell’intera storia della Ue. «Nel complesso, nel 2018 abbiamo effettuato 3.761 giorni di ispezione di audit in tutta l’Unione Europea - rivela il documento della Corte - e quindi 100 giorni/audit in più sull’anno precedente: è un record. Il nostro compito è determinante per rafforzare la fiducia nelle Istituzioni europee e nel corretto funzionamento dell’Unione: l’imparzialità delle verifiche è assoluta».

La sede dell’European Court Of Auditors (Eca)

Sarà solo un caso, ma anche la Germania, il Paese più ricco e potente dell’Unione e quello più in polemica sulle spese allegre dei governi italiani è sorvegliata: Berlino è stata infatti oggetto di 347 giorni di visite/audit, collocandosi al secondo posto nella classifica del controllo. Dopo la Germania vengono Polonia, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo: il numero più esiguo di giorni/audit riguarda Malta (3) e Lussemburgo.

La classifica degli audit in Europa
Giorni di ispezione nei Paesi Membri. (Fonte: European Court of Auditors)

«La Commissione - spiegano all’Eca - è il nostro principale soggetto controllato, ma le verifiche riguardano chiunque gestisca fondi europei: i nostri ispettori hanno trascorso 2.723 giorni/audit (2.300 nel 2017) presso le istituzioni di Bruxelles e Lussemburgo, nonché presso agenzie e organismi decentralizzati in tutta l’Ue. Se nell’audit emergono attività irregolari o fraudolente avvisiamo l’Olaf, l’ufficio europeo anti-frodi: nel 2018 abbiamo comunicato nove casi di sospetta frode».

Uno degli aspetti più emblematici emersi dal rapporto Eca riguarda la Bce: tra la banca di Francoforte e la Corte è infatti in corso un durissimo scontro di potere sull’applicabilità delle regole di trasparenza e governance nella gestione delle crisi bancarie: la Bce, secondo la Corte, si rifiuta di consegnare ai revisori documenti-chiave sul suo operato, impedendogli di fatto la verifica amministrativa e la certificazione delle spese. «Se la Bce continuerà a ostacolare la verifica contabile sulla gestione delle crisi - è scritto nel rapporto dell’Eca - l’Agenzia si riserva il diritto di ricorrere alla Corte di Giustizia per poter svolgere il proprio lavoro: nessuno è al di sopra della legge e dei Trattati».

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