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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2010 alle ore 18:31.
«Storie di entusiasmo e di imprenditoria che sono diventate modelli di riferimento per chi vuole fare cultura». Così, in un articolo uscito sul Domenicale del 17 ottobre, Serena Danna definisce alcune realtà italiane che rispondono, nei fatti, alle questioni sollevate da Christian Raimo: diciamo dei "pieni", nel vuoto di cui lui parla. Raccogliere e raccontare queste esperienze, non significa smentire l'urgenza del dibattito scatenato da Raimo, ma mostrare anche un'Italia che riesce a muovere qualcosa nell'ambito della cultura, a inventarsi i modi per farlo, nonostante tutto.
La pagina di due domeniche fa, semplicemente, non era abbastanza grande per contenere tutti i casi più significativi. Così, allunghiamo una lista ancora allungabile, mettiamo in luce altre realtà, cresciute variamente sempre reagendo alla situazione italiana.
Uovo. Dentro e fuori dalle istituzioni, con e senza.
Secondo Umberto Angelini, direttore del Festival performativo UOVO dal 2003, il "muro contro muro" non ha senso. La realtà italiana, nello specifico, consente di avere un approccio radicale e indipendente, pur mantenendo con le istituzioni un rapporto interlocutorio e proficuo. Se è vero che in Italia le istituzioni non sanno più svolgere un ruolo guida, né fare ricerca - e in particolare hanno smesso di farla i grandi teatri - non serve lavorare al posto loro restando in un angolo.
Nel caso di Uovo, il Festival è stato l'occasione per iniziare un dialogo, ad esempio, con la Triennale e Superstudio e farne palcoscenici ideali per un'arte interdisciplinare ancora poco nota e compresa: così, se lo spazio per accoglierla non c'era - non nei teatri né nei centri per l'arte - l'arte performativa poteva agire felicemente nei templi della moda e del design, mischiando pubblici diversi e reinterpretando contenitori.
Già direttore artistico del Teatro Parenti, e appena nominato sovrintendente della Fondazione Teatro Grande di Brescia, Umberto Angelini crede che le regole possano essere sovvertite anche stando dentro alle istituzioni. E se, secondo Raimo, la tragedia italiana si consuma in primo luogo nell'ambito della formazione, con UovoKids e Uovo11, Angelini prova a cambiare le cose sin dal principio, coinvolgendo il mondo dell'infanzia in progetti sviluppati assieme ad artisti privi di competenze pedagogiche, che finiscono per dar vita a un'attività di formazione rivoluzionata ed efficace, per i bambini, per gli adulti.
Xing. Con le istituzioni, quando sanno ascoltare.
La rete attivata dal gruppo di Xing (Silvia Fanti, Daniele Gasparinetti, Andrea Lissoni) è stata, negli ultimi 10 anni, efficace strumento di lettura della scena contemporanea, a individuare e promuovere alcune delle esperienze più interessanti nel campo di arte figurativa, performance e suono. Le connessioni sono state create, a partire dalle sedi di Bologna e Milano, tra realtà molto diverse - alcune giovanissime e ancora completamente sconosciute, altre già collaudate ma troppo poco visibili - e inseguendo visioni che non hanno mai tenuto conto dei confini tra discipline, né voluto riconoscerli. Forse proprio perché così difficile da ricondurre ad ambiti precisi e schemi preesistenti, il lavoro di Xing non è stato "letto" da alcune istituzioni: ma se il ramo milanese con sede a Spazio Lima non ha trovato appoggio da parte dell'amministrazione, in Emilia, lo spazio di Raum e le attività svolte in regione possono contare su un finanziamento triennale accordato dall'Assessore alla Cultura Alberto Ronchi.