Lo spettacolo ad alta definizione della Cappella degli Scrovegni

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...e doveva restare chiusa al pubblico

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2010 alle ore 09:47.

Quando il banchiere Enrico Scrovegni comperò, ai primi del Trecento, le rovine dell'arena romana di Padova e vi fece costruire sopra il suo palazzo e la cappella di famiglia, in città si assistette a un moto di protesta. A protestare erano stati i frati del vicino convento degli Eremitani, che si "lamentarono" per la cappella, allora appena terminata e ammantata di mirabili affreschi per mano di Giotto. I frati in realtà temevano la concorrenza: una cappella così bella e rutilante di bellissimi dipinti narranti le vite di Maria e di Gesù sarebbe potuta diventare un'attrattiva irresistibile per i fedeli. E questo i frati non potevano tollerarlo: quella era una cappella privata e doveva restare chiusa al pubblico! I devoti (e le loro offerte) dovevano convergere tutti verso la chiesa degli Eremitani.

Beh, chissà che cosa avrebbero detto i frati censori apprendendo che oggi la Cappella degli Scrovegni non è solo aperta ogni giorno al pubblico ma è possibile portarsela persino a casa propria, godendosela nei minimi dettagli. Come? Semplicemente con un click.
«Giotto. La Cappella degli Scrovegni in Haltadefinizione» è un nuovo progetto digitale che permette di muoversi virtualmente all'interno della Cappella esplorando ogni parte di questo capolavoro senza distanze di sicurezza e senza limiti di tempo.

Grazie all'accordo siglato tra il Comune di Padova, la società multimediale Haltadefinizione, il Sole 24 Ore e 24 Ore Cultura–Gruppo 24 Ore, la Cappella degli Scrovegni di Padova è a portata di click in altissima risoluzione con accesso gratuito per sei mesi.

Il progetto di Haltadefinizione ha i numeri di una grande impresa. Per qualità e quantità si tratta probabilmente di una delle più importanti campagne di digitalizzazione mai realizzate per un bene culturale: 700 metri quadrati di affreschi ripresi e analizzati, più di 200 ore di ripresa notturna, utilizzo di attrezzature di avanguardia. L'intera mappatura ha richiesto la realizzazione di 14mila immagini digitali, ognuna corrispondente a una piccola porzione di affresco, per complessivi 326 gigabyte di dati acquisiti. Questo con buona pace dei frati censori degli Eremitani.

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