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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2011 alle ore 15:40.

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Progetti condivisi, così si cresceProgetti condivisi, così si cresce

Telecom Italia ci mette la tecnologia, l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia ci mette il marchio di qualità. Quello che andrà in scena (e in streaming) da domani è un ottimo esempio di come, in tempi economicamente difficili per la cultura, i privati possano giocare un ruolo fondamentale per salvaguardare la diffusione del sapere e della conoscenza.

Pappanoin Web
L'importante, assicura Carlo Fornaro, direttore relazioni esterne di Telecom Italia, «è uscire da una logica contributiva per assumere un atteggiamento partecipato» in cui privati ed enti culturali pensino assieme a investimenti che abbiano senso non solo per chi li riceve, ma anche per chi li fa, guidati dalla consapevolezza che «le aziende non vanno usate come bancomat». Gli investimenti devono valorizzare le specificità delle aziende che li fanno. Nel caso di Telecom, le tecnologie legate alla società digitale. E «Pappanoinweb» va in questa direzione.

Allargare la platea con la rete
«Ci siamo seduti a tavolino con gli organizzatori dell'Accademia di Santa Cecilia, con cui esiste da anni una solida partnership - prosegue Fornaro - e abbiamo individuato una formula che, con un investimento tutto sommato contenuto da parte nostra, che mettiamo la piattaforma teconologia, permetta al teatro di allargare la sua tradizionale platea». Permettendo di seguire in streaming i concerti, e oltretutto di porre domande al direttore, la scommessa è raggiungere una fascia di utenti più giovani, quelli che normalmente navigano in internet, e non necessariamente esperti di musica. È un caso di tecnologia al servizio della diffusione della cultura: l'Accademia avrà anche l'occasione di far conoscere e comprendere a un nuovo pubblico la sua storia, la sua tradizione e il valore della propria attività, senza costi aggiuntivi.

Il ruolo dei privati
Quanto al ruolo dei privati nella cultura, Fornaro aggiunge: «Per una grande azienda-paese come la nostra è naturale mettere al centro dell'attenzione la società italiana, le sue abitudini e i suoi consumi, tra cui quelli culturali». Tuttavia, precisa, «in un momento di difficoltà economica generalizzata, che determina tagli alla spesa governativa da un lato e una riduzione dei consumi dall'altro, anche le imprese condividono la situazione degli enti culturali». È proprio in un tale contesto macroeconomico che progetti come Pappanoinweb assumono maggior valore, perché con costi ridotti per l'impresa si può dare un grande aiuto alla cultura.

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