Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2012 alle ore 09:58.

My24

In tempi di crisi internazionale come questi il «ventaglio delle scelte razionali si riduce». Dunque, è necessario concentrarsi su aspetti ben determinati. «Ma non è vero che non abbiamo fatto nullla». Lorenzo Ornaghi ha tentato una difesa del proprio operato come ministro dei Beni culturali, ma parte della platea degli Stati generali della cultura, in corso di svolgimento al teatro Eliseo di Roma, lo ha duramente contestato.

Il ministro è stato interrotto più volte. Aveva appena iniziato a parlare e a rispondere alla definizione che Andrea Carandini, archeologo ed ex presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, aveva dato del ministero di via del Collegio Romano (definito «morente rassegnato») e ad ammettere che le risorse per la cultura da tempo seguono una linea discendente (anche se quest'anno sono leggermente aumentate, ma nel 2013 torneranno ad assottigliarsi), che dagli spalti sono arrivate le prime contestazioni. Aumentate appena il ministro ha avuto la possibilità di ribattere che anche la Francia ha diminuito il budget per il patrimonio culturale.

Recuperati 76 milioni
Tra un'interrruzione e l'altra, Ornaghi ha comunque avuto la possibilità di dire che esiste un «problema di psicologia sociale, che è il come facciamo a evitare le lamentele», come agire per abbandonare una «mentalità statalista» in favore di una che stimoli la cooperazione. In questo senso qualcosa è stato fatto: «insieme ad altri ministeri – ha spiegato Ornaghi – abbiamo recuperato 76 milioni di euro per nuove iniziative, operazione che ha avuto scarsa eco, e abbiamo avviato la cooperazione con gli enti territoriali , il privato sociale e le associazioni».

La direttiva anti-degrado
Parte del pubblico ha continuato a chiedere al ministro di spiegare più concretamente i programmi per il futuro e a quel punto Ornaghi ha ricordato la recente direttiva per il decoro deli monumenti, predisposta con l'obiettivo di allentare la morsa di bancarelle, camion-bar e ambulanti nei dintorni delle aree culturali, che spesso versano in situazioni di degrado. «Ora vedremo – ha commentato il ministro, non senza una vena polemica – come alcuni reagiranno di fronte a interessi contrastanti». Gli enti locali dovranno, infatti, metter mano alle licenze rilasciate finora. La direttiva lo dice chiaramente: nessuna autorizzazione è intoccabile di fronte alla tutela della cultura e del paesaggio.

Commenta la notizia

TAG: Roma, Eliseo

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.