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In 70mila al Circo Massimo per i Rolling Stones, ma è polemica sui…

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ieri sera a roma

In 70mila al Circo Massimo per i Rolling Stones, ma è polemica sui costi dello show

Se organizzi una festa, la sorpresa è caldamente consigliata. Se quella che organizzi è una festa rock e arrivano decine di migliaia di persone, allora la sorpresa diventa addirittura obbligatoria. Se hai passato i 70 anni, sei in giro da buoni 50, ne hai combinate più di Carlo in Francia ma ancora hai la forza di correre per lungo e largo su un parco di 40 metri, allora puoi fare a meno della sorpresa. Perché in tutta evidenza la sorpresa sei tu.

Eccezione che conferma la regola quella che vale per i Rolling Stones, ieri sera a Roma capaci di intrattenere per tre ore e un quarto i 71.500 spettatori paganti del Circo Massimo, nell'unica tappa italiana del loro «14 on Fire Tour». Rispetto al flop di pubblico dell'Olimpico di sette anni fa, stavolta è andata diversamente: incasso da 6,5 milioni, tra i più alti di sempre, almeno qui da noi. Ecco perché qualcuno, considerando gli appena ottomila euro che l'organizzazione ha versato nelle casse del comune per occupare siffatta cornice, ha masticato amaro. Tutte malignità secondo il Campidoglio, perché pare che l'evento abbia generato un indotto di 25 milioni. Se non altro ha scomodato il regista premio Oscar Paolo Sorrentino, i cantanti Zucchero, Antonello Venditti ed Edoardo Bennato, poi Gianni Minà, Lucrezia Lante della Rovere e Beppe Grillo, tutti scovati in area vip. Il parterre riservava insomma sorprese, Jagger e soci no.

La profezia sull'Italia di Prandelli
A cominciare dall'italiano di Mick, tutto «Cia Roma» e riferimenti calcistici. Dopo un «Che posto magnifico il Circo Massimo», il front-leader azzarda: «L'Italia vincerà la Coppa del Mondo. In bocca al lupo per martedì». Di lì a un pronostico (2-1 per gli azzurri contro l'Uruguay) il passo è breve. Il pubblico risponde intonando il coro di «Seven Nation Army» che accompagnò le gesta dei ragazzi di Lippi in Germania. Stai a vedere che i vecchio Jagger ci prende di nuovo, come fu in occasione dei tour italiani dell'82 e del 2006…
Alta fedeltà (alla scaletta del tour)
Quanto alla musica, il live act è apparso si troppo rigidamente vincolato alla scaletta che la band britannica sta portando in giro per l'Europa. Apre una tiratissima versione di «Jumpin' Jack Flash» con Keith Richards che dispensa fendenti sull'accordatura aperta e Mick che sforza non poco la voce. A introdurre «Let's spend the night together», hit del tempo in cui erano i cattivi ragazzi della Swinging London, c'è il piano di un Chuck Leavell in stato di grazia. Su «It's only rock and roll (but I like it)» fa la sua prima apparizione Lisa Fischer, vocalist destinata a prendersi più volte il centro della scena. Tripudio black music per «Tumbling Dice», tra le pagine più belle di quel capolavoro che risponde al nome di «Exile on Main Street». Si arriva così al momento sentimentale di «Streets of Love», ballad del recente «A bigger bang» nota ai più come jingle pubblicitario. Qui fa capolino per la prima volta il guitar hero Mick Taylor che, tra il '69 e il '74, fu membro titolare degli Stones, salvo lasciare quando il gioco cominciò a farsi troppo duro per un ragazzo dell'Hertfordshire.

«Respectable», brano più twittato
Altra concessione al repertorio recente è «Doom and Gloom», pochi istanti prima di eseguire «Respectable», brano prescelto dal pubblico di Twitter che ospita un sublime duello chitarristico tra Ron Wood e John Mayer, reduce dal set di apertura dello show. «Out of Control» è vetrina per il basso di Darryl Jones, perfettamente a suo agio tra il rullante e la cassa dell'inossidabile Charlie Watts. «Honky Tonk Women» suona ancora come l'inno della rappresentativa mondiale adulteri, Richards prende il microfono e infila una intensa «You got the silver» (retta dalla slide di Ronnie) e «Can't be seen» con tutto il suo groove. «Midnight Rambler» è il pezzo degli Stones che gli Stones si divertono di più a suonare. Te ne accorgi quando invitano di nuovo sul palco Mick Taylor, gli affidano la parte che fu sua e lui ricambia con un epico assolo della inseparabile Les Paul feticcio.

«Satisfaction», la Quinta del rock
Circo Massimo in versione dancefloor su «Miss you» che come «Gimme Shelter» (letteralmente dominata dalla Fischer) non può mancare alla lista dei superclassici. Si timbra il cartellino con il riff di «Start me up» e ci si infila in una versione 2.0 di «Sympathy for the Devil», tra congas e urletti campionati, mentre Mick indossa una pelliccia rosso fuoco. Chiude la set-list «Brown Sugar» e l'assolo di sax del fidatissimo Bobby Keys a spiccare. C'è tempo per i soliti due bis: prima «You can't always get what you want» introdotta dal Coro Giovanile Italiano, poi «(I can't get no) Satisfaction», la Quinta di Beethoven del rock. Con un pezzo del genere nel proprio repertorio, ci si può permettere il lusso di giocare sul sicuro. E rinunciare a quelle sorprese che sono il sale di un concerto rock.

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