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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2014 alle ore 16:28.
L'ultima modifica è del 12 agosto 2014 alle ore 16:42.

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«Ti vien data solo una briciola di follia. Non devi perderla» afferma Robin Williams, che qui ricordiamo dopo la sua scomparsa soprattutto per sagomare il ritratto di un attore divenuto un modello pedagogico fuor di retorica e soprattutto lontano da quell'idea statica dell'insegnante come trasmettitore di sapere stagnante. Non sarà un caso se in un'aula universitaria, tempo fa, gli studenti han detto che il "cogli l'attimo" è un'espressione di un film di Williams, non sarà un caso se ha preso il sopravvento sul carpe diem di Orazio e forse non è neanche un male, ma solo la concreta dimostrazione che i classici hanno ancora da parlarci, i "classici ci riguardano" per usare una bell'espressione di Canfora.

Son tante le frasi memorabili che verrebbero da trascrivere parlando dei film di Williams! In Will Hunting ha spiegato ai ragazzi (quasi montessorianamente) come il sapere sia più autentico ed efficace se nasce a contatto diretto con l'arte, perché vi è una vitalità che spinge nei corpi che va ben più al di là del limite epidermico: «Se ti chiedessi sull'arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti. Michelangelo: sai tante cose su di lui, le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il Papa, le sue tendenze sessuali. Ma scommetto che non sai dirmi che odore c'è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto. Mai visto! Se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio delle tue preferenze. Ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici. Se ti chiedessi dell'amore, probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile».

La filosofia va molto spesso in scena- come ricorda il volume Filosofi e uomini di scena. Pensare la performance di Rokem - molto più di quanto riusciamo a scorgerne a una prima lettura cinematografica e soffermandoci dietro il ruolo del professor Sean si potrebbe quasi scorgere il Rousseau dell'Emilio, che ricorda come tutti i libri ci fanno dimenticare il libro del mondo o l'antico detto di Simonide ionico che voleva situare anche l'apprendimento nella strada, istruttrice dell'uomo.

Ma il professor Keating dell'Attimo fuggente ci ricorda aristotelicamente che la poesia (anche quella cinematografica) è più filosofica della storia e riguarda l'universale: «Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana. E la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita».

Un insegnante potrebbe presentare così alcuni filosofi e avrebbe anche molto materiale bibliografico ad aiutarlo o potrebbe crearne di nuovo sulla base della sua osservazione, ma il più grande insegnamento da trarre nei film di Robin Williams deriva dall'idea che occorre innamorarsi del pensiero, non in forma autistica né rinchiudendosi in un autocompiacimento stitico verso gli altri, ma innamorarsi alla greca, sentire l'amore per il pensare, che, per quanto fallibile, sarà sempre unico: «Ci teniamo tutti ad essere accettati ma dovete credere che i vostri pensieri siano unici e vostri, anche se ad altri sembrano strani ed impopolari. Come ha detto Frost: Due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno battuta, ed è per questo che sono diverso».

In un'aula, attraverso i suoi film, si potrebbe dire ai ragazzi, sempre più sfiduciati, che l'arte è poietica, generativa e rigenerativa, che il ricordo è una forma d'arte e va tutelato, anche se Kakfa ci ha detto che nei ricordi spazio e tempo si comprimono, ma che una cosa conterà sempre più di tutte queste, secondo L'uomo bicentenario di Asimov: «puoi perdere te stesso. Tutto. Ogni limite. Ogni tempo. Che due corpi si mischino al punto di non sapere più chi è chi o che cosa. E giusto quando la dolce confusione è così intensa che pensi di dover morire. Fai tipo così. Restare solo nel tuo corpo separato. Ma il corpo che ami è ancora lì. Quello è il miracolo. Puoi andare in paradiso e tornare indietro vivo. Ritornaci ogni volta che vuoi con la persona che ami» e ci pare di sentire ancora la voce dell'attore, per chi ha avuto la fortuna di guardare i suoi film senza doppiaggio, per apprezzarne la dolce malinconia.

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