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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2014 alle ore 08:13.

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Ecco dunque tutta la storia: Quando una stella come il Sole, o un po' più grande, smette di bruciare perché ha consumato tutto l'idrogeno, comincia a raffreddarsi e il calore non genera più abbastanza pressione da controbilanciare il peso. La stella sprofonda su se stessa e se è abbastanza pesante produce un buco nero e vi cade dentro. Una stella delle dimensioni del Sole, cioè migliaia di volte la Terra, genererebbe un buco nero con il diametro di un chilometro e mezzo. Pensate: l'intero Sole compresso dentro il volume di una collina. Questi sono i buchi neri che osserviamo nel cielo. La materia della stella continua la sua corsa all'interno, sprofondando sempre più fino a raggiungere la mostruosa compressione che innesca il rimbalzo. A questo punto, l'intera massa della stella è concentrata nello spazio di una molecola. Qui si accende la forza quantistica repulsiva e immediatamente la stella rimbalza e comincia a esplodere. Sono passati per la stella solo pochi centesimi di secondo. Ma la dilatazione del tempo generata dall'enorme campo gravitazionale è fortissima: quando la materia ricomincia a emergere verso l'esterno, nel resto dell'universo sono passate decine di miliardi di anni. Questa è l'ipotesi su cui stiamo lavorando.
È vero? È proprio così? Non lo so. Io penso di sì. Più che altro perché le alternative mi sembrano ancora meno plausibili. Ma potrei sbagliarmi, lo so. Provare a capire, comunque, è bellissimo.
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