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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2014 alle ore 15:57.
L'ultima modifica è del 26 settembre 2014 alle ore 17:11.

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Proprio lo scorso anno l'Associazione Nazionale Le Donne del Vino ha festeggiato i 25 anni.
Si era infatti nel 1988 quando la produttrice toscana Elisabetta Tognana ha avuto l'intuizione di riunire intorno a sè un primo nucleo di donne operanti in prima persona nel mondo del vino.

Oggi siamo ormai a 650 iscritte, operanti in tutta la filiera vitivinicola: dal vigneto alla cantina, dalla tavola alla comunicazione.
Associazione molto attiva su tutto il territorio, è oggi presieduta da Elena Martusciello.
Nei giorni scorsi ho avuto modo di visitare le cantine di un paio di Signore appartenenti all'associazione, e sono rimasto particolarmente colpito dalla loro passione, dall'entusiasmo, dalla voglia di mettersi in gioco e anche dall'eccellente qualità dei loro vini: voglio presentarvele.

Tenuta Castello di Grumello – Grumello del Monte (BG)
Il Castello di Grumello, sede della cantina, domina il borgo di Grumello del Monte e i suoi vigneti: siamo in Valcalepio, tra Bergamo e il lago d'Iseo.
Costruito intorno al Mille, il Castello ebbe funzione di osservatorio, difesa e ricovero della popolazione del paese.
La storia del castello è lunga e affascinante, e merita di essere scoperta con una visita di persona: voglio solo ricordare che nel 1442 divenne possedimento del famoso condottiero Bartolomeo Colleoni.
Nel corso dei secoli è stato posseduto da diverse famiglie, fino al 1953, quando è diventato proprietà della famiglia Reschigna Kettlitz di Milano: Giovanni, industriale chimico, ma anche enologo per passione, decise infatti di acquistarlo.
Giovanni ed il figlio Enrico vi hanno dedicato molte delle loro energie, dando nuovo impulso alla tradizione vinicola del territorio di Grumello.
Dal 1993 è Cristina, figlia di Enrico e raffinata signora che si è sempre occupata di giornalismo medico-scientifico, ad occuparsi dell'azienda, supportata dal bravo enologo e figlio d'arte, Paolo Zadra.
Cristina, nonostante 4 altri cugini, è stata investita con molti anni d'anticipo da nonno Giovanni della responsabilità di portare avanti la cantina: probabilmente aveva intravisto in lei l'amore per queste colline e la possibilità che nascesse in lei anche una passione enologica.....e aveva visto giusto!
L'azienda vanta 18 ettari di vigneti, prevalentemente Cabernet Sauvignon, Merlot e Chardonnay, a cui si aggiungono piccole superfici di Pinot Grigio e Moscato di Scanzo. La produzione annua oscilla tra 80.000 e 100.000 bottiglie.
Ho degustato il Colle Calvario.


Colle Calvario Valcalepio Rosso Riserva DOC 2005
Taglio bordolese di Cabernet Sauvignon (60 %) e Merlot (40 %).
Le uve provengono da un singolo vigneto posto sulla sommità del Colle Calvario, 400 m s.l.m.
Vinificazione in acciaio e affinamento in barrique per 18 mesi.
Una percentuale del Cabernet appassisce in fruttaio prima della vinificazione.
La produzione è di 3.500 bottiglie.
Nel bicchiere si presenta di colore rosso rubino molto intenso.
Colpiscono la ricchezza e la profondità dei profumi: efficace la scelta di usare una parte di uve appassite. Importante è la speziatura, pepe soprattutto, ma anche le bacche di ginepro e le note tostate. Sentori verdi e di frutto rosso maturo completano il bouquet.
In bocca è elegante, di buon corpo e struttura. Morbido e delicato, chiama un secondo bicchiere.
Prezzo in enoteca: 25 Euro

Tenuta Le Mojole – Tagliuno di Castelli Calepio (BG)
L'azienda di Marta Mondonico è una piccolissima realtà che produce poco meno di 10.000 bottiglie all'anno, potendo contare su circa 2,3 ettari di vigneti.
Nel 2002 il marito di Marta, l'industriale Roberto Verderio, da sempre appassionato di vino, acquista questa piccola cantina per coronare un suo sogno. Si rende però conto che i molteplici impegni gli impediscono di dedicare il giusto tempo ai vigneti.
Decide quindi di passare la “patata bollente” a Marta, che si trova catapultata nell'affascinante mondo del vino.
I primi 2 anni sono stati i più difficili: la paura di sentirsi inadeguata, la voglia di vincere questa sfida, le ore passate a studiare, le decisioni da prendere sulla cantina e i vigneti, riuscendo ad affrontare il tutto grazie ad una passione dapprima nascente e poi sempre più coinvolgente.

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