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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2014 alle ore 10:11.
L'ultima modifica è del 03 ottobre 2014 alle ore 18:53.

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Le strade del vino, istituite in Italia nel 1999, sono o dovrebbero essere dei percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, siti web e quant'altro, attraverso i quali divulgare e far conoscere in loco i paesaggi vinicoli, a tutto tondo, insieme al patrimonio gastronomico e culturale, proponendo all'eno-turista un ventaglio completo di opportunità sul territorio.

Sulla carta è tutto bello, ma purtroppo non tutte le Strade del Vino hanno funzionato, altre mi sembra siano state uno spreco di denaro pubblico. Tra quelle più attive e funzionali c'è, credo, quella della Franciacorta, che da qualche anno propone a settembre il Festival Franciacorta in Cantina: i visitatori percorrendo la Strada della Franciacorta possono conoscere il territorio, ricco di castelli e monasteri, grazie ai molti eventi organizzati dalle cantine: degustazioni, cucina, passeggiate nei vigneti, visite a musei, spettacoli musicali, teatrali e molto altro.
Lungo il mio percorso sono stato anche nelle due cantine che vi racconto oggi: Castello Bonomi e Il Mosnel.

Castello Bonomi – Coccaglio (BS)
Dal 2008 è di proprietà dell'azienda vinicola veneta Palladin, che si avvale come enologo del Prof. Leonardo Valenti. Gli ettari vitati sono 24, per una produzione annua di circa 100.000 bottiglie. L'azienda prende il nome dall'originale edificio liberty commissionato nell'800 all'architetto Antonio Tagliaferri da Bortolo Tonelli, figlio del compagno di prigionia di Silvio Pellico.
Siamo a 275 m s.l.m., alle pendici del Monte Orfano.
Negli anni '90 uno studio approfondito del territorio di Franciacorta, “zonazione”, ha individuato 7 unità vocazionali, diverse tra loro per caratteristiche dei suoli e per gli aspetti vegeto-produttivi dei vigneti: i vigneti di Castello Bonomi sono collocati in una delle unità vocazionali più interessanti: i colluvi gradonati. Si tratta di terreni calcarei, quasi gessosi, ricchi di sali minerali: tutte caratteristiche in grado di offrire ai vini sapidità, evoluzione e longevità. Ho avuto la possibilità di assaggiare Il Cuvée Lucrezia.

Cuvée Lucrezia Etichetta Nera Franciacorta Extra Brut 2004
E' probabilmente il prodotto più rappresentativo dell'azienda, ottenuto da uve provenienti dai vigneti più vecchi. Pinot Nero in purezza, ha un tenore alcolico del 13 %.
La produzione dell'annata è stata di 2.400 bottiglie.
Vendemmia manuale nella seconda decade di agosto.
Con pressatura soffice si estrae il solo mosto fiore.
Dopo 8 mesi di riposo sui lieviti, parte in acciaio e parte in legno, avviene l'assemblaggio e la spumantizzazione secondo metodo classico, con una permanenza sui lieviti in catasta di almeno 70 mesi.
La sboccatura della mia bottiglia è del febbraio 2012. Mentre lo lascio respirare nel calice, dopo averlo versato, posso notare il colore: decisamente dorato, a cui si aggiungono dei lampi, sfumature ramate. Intrigante. Complessi i profumi, spazianti dalla classica crosta di pane ad intensità burrose con idee di marzapane, succose note agrumate anche in versione candita e ricordi di passeggiate nei campi dopo il taglio del fieno.
In bocca spiccano ancora gli agrumi, una corretta acidità ed una netta mineralità.
Quello che più mi piace è la sua eleganza, la sua setosità, l'entrare delicatamente in bocca per poi conquistarla fin quasi a corromperla in mille sensazioni!
La lunga persistenza finale completa una degustazione piacevolissima.
Prezzo in enoteca: 95 Euro

Il Mosnel – Camignone di Passirano (BS)
E' sicuramente una delle aziende storiche della Franciacorta.
Il nome deriva da un toponimo dialettale di origine celtica che significa pietraia, cumulo di sassi.
Così si chiama appunto la residenza con le cantine cinquecentesche di proprietà della famiglia Barboglio dal 1836.
Dal 1968 al 2007 l'azienda è guidata da una straordinaria donna, Emanuela Barboglio, tra le creatrici del fenomeno Franciacorta, lungimirante e capace di rinunciare ad una produzione redditizia di uno spumante Charmat per puntare tutto sul metodo classico, anche e soprattutto in un'ottica di valorizzazione ed identificazione del territorio.
Sono i figli di Emanuela, Giulio e Lucia, a continuare la sua opera, a capo di un'azienda che oggi dispone di circa 40 ettari vitati, tutti lavorati in modo biologico, per una produzione di circa 250mila bottiglie.
L'enologo è Flavio Polenghi.
Ho assaggiato il QdE 2007.

Franciacorta DOCG Pas Dosè Riserva “QdE” 2007
L'etichetta di questa Riserva è risultata vincitrice del Premio Il Mosnel “Questione d'Etichetta”, giunto quest'anno alla quinta edizione.

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