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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2014 alle ore 09:17.
L'ultima modifica è del 20 novembre 2014 alle ore 09:19.

È con questa chiave di lettura che si deve visitare la mostra. La quale inizia con la sezione dedicata ad «Antonio orefice e gran disegnatore», dove incontriamo spettacolari oreficerie come la Croce d'argento del Battistero di Firenze, accanto a mirabili ricami in oro prodotti su disegni di Antonio, e a fogli del maestro di eccezionale qualità.

Nella seconda sezione (dedicata ai «Nudi») si fatica a trattere l'emozione davanti all'impressionante Cristo in croce (Firenze, San Lorenzo) modellato da Antonio nel morbido sughero, nel quale il tragico «et inclinato capite, emisit spiritum» raccontato dai Vangeli sembra essere appena avvenuto. Disegni, incisioni e oggetti da parata (come uno Scudo da giostra) dimostrano l'eccezionale familiarità di Antonio con i nudi maschili e la sua evidente dimestichezza con le (proibite) «notomie» dei cadaveri.

Piero fu invece un pittore sublime. Nella sezione sulle «Fatiche di Ercole» (ciclo realizzato per i Medici, andato perduto, ma documentato da mirabili tavolette in miniatura) vediamo comparire i suoi primi dipinti: il David di Berlino e l'Apollo e Dafne di Londra. Ma è solo il preludio alla sala delle Dame, che conclude il percorso. Qui troviamo le giovani donne immortalate da Piero allineate una accanto all'altra in senso cronologico: sono stati i vestiti e i gioielli a dare precise indicazioni in tal senso. Ecco la Dama di Berlino, quella di Milano, quella di New York e quella degli Uffizi. Chi siano queste quattro teenagers fiorentine del Quattrocento non sono riusciti a scoprirlo nemmero i bravissimi curatori. Ma non importa. Noi dobbiamo solo stare attenti a non perdere la bussola: un sottile e ingannevole gioco di specchi presente nella sala provoca il raddoppio speculare delle Dame. Comprendiamo che non c'è scampo: siamo davvero circondati, da ogni lato, dalla bellezza.

Le Dame di Pollaiolo. Una bottega fiorentina del Rinascimento, Milano, Museo Poldi Pezzoli, fino al 16 febbraio 2015. Catalogo Skira
http://www.museopoldipezzoli.it/

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