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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2014 alle ore 16:24.
L'ultima modifica è del 26 novembre 2014 alle ore 16:24.

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La collana che Il Sole 24 Ore dedica a Jules Verne è un'opera che vuole onorare l'autore delle migliori avventure di sempre raccontate in capolavori senza tempo, in grado di stimolare la fantasia e la curiosità dei lettori di ogni età. In 20 volumi, con la prima uscita mercoledì 26 (e poi ogni mercoledì) per 20 settimana con un prezzo di copertina di 6,90€. La prima uscita è Il giro del mondo in ottanta giorni.
I primi 10 titoli:
Viaggio al centro della terra; Dalla terra alla luna; Ventimila leghe sotto i mari; Cinque settimane in pallone; Il castello in Transilvania; Michele Strogoff; L'isola misteriosa - I naufraghi dell'aria; Una città galleggiante; I figli del capitano Grant
.

A proposito della sua trilogia «L'Adamo pazzo», Margaret Atwood affermava discendere da Jules Verne. La famiglia della fantascienza, diceva, si divide in due rami: «Il trisnonno del primo ramo, quello della finzione speculativa, è Jules Verne, perché ha scritto di progressi verosimili, il sommergibile per esempio. Metto George Orwell o Aldous Huxley nella sua scia. Il trisnonno del secondo ramo è H.G. Wells. L'invasione dei marziani immaginata nella Guerra dei mondi è impossibile».

La collana i Manuali del Sole 24 Ore ripubblica Viaggio al centro della Terra (1864), Dalla Terra alla Luna (1865), Il giro del mondo in 80 giorni (1873) in un crescendo di allegria e di ottimismo tale da far pensare che nella scia di Verne non ci sia proprio nessuno. La scienza che Margaret Atwood presenta con altrettanta verosimiglianza, e le sue applicazioni tecniche, ben più plausibili – quanti ingegneri ! – sono sì pericolose però per sbadataggine, non per cattiveria. Nei sessantotto «Viaggi straordinari» usciti tra il 1863 e il 1919, ci sono visioni cupe, apocalissi in arrivo, aspiranti “padroni del mondo” e spesso il timore maltusiano che il pianeta non basterà a sfamarci. Senza esagerare con le distopie, però. Erano quasi tutti feuilleton scritti per il «Magasin d'éducation et de récréation», letto da ragazzi e da insegnanti, e variazioni su temi ben noti: naufraghi che sopravvivono come Robinson Crusoe, cacce al tesoro su isole lontane, piccoli orfani sfruttati come Oliver Twist, capitani coraggiosi in mare o nelle steppe dell'Asia centrale come Michele Strogoff, eroi di imprese coloniali come il tentativo di irrigare il Sahara tunisino – fallito nella realtà – catturati da predoni locali e salvati da un colpo di fortuna (i dénouements non erano il forte di Verne).

Dimenticabili per lo più. La trilogia scelta per fine anno non lo è. Delizia come da ragazzi anche perché capita alla traduzione, appena appena antiquata, di essere più scorrevole dell'originale. Dalla prima pagina si è in territorio familiare, in un tranquillo ambiente borghese e tra persone, le più eccentriche comprese, che incarnano giudizi e pregiudizi diffusi non solo in Francia, maneggiati una buona dose di ironia. L'irascibile e dispotico geologo tedesco Otto Lindenburg rientra prima dell'ora di colazione, segno di burrasca per il giovane orfano Axel, quieto, coltissimo e ben più razionale dello zio, prototipo del savant fou. La guida islandese che, quando avranno risolto l'enigma delle rune visitando altri savants, li condurrà nel centro della Terra e salverà la loro vita a ripetizione, è solido come una roccia e altrettanto espressivo. Al contrario, tra incidenti quasi mortali e incontri decisamente irrealistici con sauri mostruosi, il prof. Lindenburg rivelerà un cuore traboccante tenerezza e comprensione.

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