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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2014 alle ore 16:24.
L'ultima modifica è del 26 novembre 2014 alle ore 16:24.

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Dalla Terra alla Luna, sottotitolo: «tragitto diretto in 97 ore e 20 minuti» sarebbe datato quanto quello seicentesco di Cyrano de Bergerac e il film comico che ne trassero i Méliès, se non fosse per le risonanze con l'attualità. Gli artiglieri reduci della guerra di Secessione si ritrovano al Gun Club di Baltimora.

«Una condizione sine qua non era imposta a chiunque volesse entrare nell'associazione, la condizione cioè di aver immaginato o, quanto meno, perfezionato un cannone; in mancanza di cannone, un'arma da fuoco qualunque. (...)
La stima che ottengono, disse un giorno uno dei più dotti oratori del Gun-Club, è proporzionata “alle masse” del loro cannone, e «in ragione diretta del quadrato delle distanze» raggiunte dai loro proiettili!
Insomma, era la legge di Newton sulla gravitazione universale trasportata nell'ordine morale».

Barbicane, un ideatore di proiettili, il capitano Nicols, un inventore di blindature anti-proiettile, entrambi irruenti e prepotenti, ridanno ai disoccupati uno scopo diverso dal trucidare i connazionali, con un progetto megalomane: costruire un cannone in grado di sparare una palla sulla Luna, il che richiede un'operazione di fund-raising oltre a studi di balistica e di astronomia. Un esploratore francese dalla criniera romantica propone di fondere un proiettile cavo dove poter alloggiare tutti e tre, e da nuovi Cristoforo Colombo, verificare di persona se la Luna è abitata. Al contrario di Barbicane e Nicols, Elon Musk, fondatore di PayPal e Space X, e Jeff Bezos, fondatore di Amazon e Blue Origin, che progettano entrambi razzi e astronavi, si sfidano in duello solo metaforicamente, al momento non sembra necessaria l'intermediazione di un genio francese dalla criniera romantica. Nel caso servisse, ci sarebbe Cédric Villani, criniera romantica, medaglia Fields per la matematica, e così avventuroso da esplorare l'improbabile memoria dell'acqua durante un simposio all'Unesco, il mese scorso.

Il viaggio attorno al mondo in 80 giorni (migliorato dalla giornalista Nellie Bly che ci mette 72 giorni nel 1890) non ha bisogno di presentazioni, la coppia Phileas Fogg - Passepartout è un vecchio cliché, eppure... La sua seduzione resta immutata, perfino se si è restii a tornare in quell'universo di maschi dove le donne sono tollerate per poche righe. Avevamo dimenticato i particolari divorandolo di corsa per sapere se l'impassibile gentiluomo inglese e il colosso gentile e sveglio che lo asseconda riusciranno a vincere la gara contro il tempo. Qui, niente finzione speculativa, gli orologi e i mezzi di trasporto sono rigorosamente d'epoca. E niente descrizioni di ingranaggi, cavi, leve, in quale lega e prodotti da quali officine, che sollievo! Ci si imbarca per attraversare miseria e ricchezza dell'emisfero nord, sterminato, dilaniato da scontri e guerre, esotico com'era centocinquant'anni fa e oggi mentre dalla Cina avanzano altre ferrovie e in America tornano a ergersi i pozzi di petrolio. Verne non ha mai descritto in modo così leggero e giocoso due protagonisti ossessionati dal tempo passato, presente e futuro. Come lui, per tutta la vita.

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