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Questo articolo č stato pubblicato il 07 dicembre 2014 alle ore 08:16.

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A questo punto i Carabinieri arrestarono Morini e lo interrogarono. Incalzato dagli inquirenti, il personaggio diede la sua vaga versione dei fatti. La Ritmo rossa si trovava in Grecia, a Itea, sulla sponda nord del Golfo di Corinto, presso un centro assistenza della Fiat. Morini dichiarň di essersi recato in Grecia per una vacanza e di essere stato costretto a lasciare la sua vettura in questo Paese dopo che si era bloccata per un guasto nei pressi di un oleificio. Ma gli agenti italiani intuirono di essere di fronte all'uomo che probabilmente aveva trasportato la refurtiva oltre i confini dell'Ungheria e ipotizzarono che il "tesoro" di Budapest potesse trovarsi in Grecia. I militi erano sulla pista giusta. Misero sotto torchio Morini, e per farlo confessare usarono un piccolo stratagemma psicologico: minacciarono di estradarlo e di consegnarlo alle autoritŕ "comuniste" ungheresi. Questa minaccia fu sufficiente. Morini confessň il coinvolgimento nel furto di Ivano Scianti e Graziano Iori, i due malavitosi giŕ ricercati per il «furto con delitto» di Pavullo, da mesi irreperibili. Non solo. Dalle indagini si apprese che tre mesi prima del colpo, anche Ivano Scianti era stato a Itea presso lo stesso oleificio dove si era bloccata l'auto di Morini. Una coincidenza troppo importante: a questo punto anche la polizia greca si incaricň di approfondire.
La milizia ellenica pensň di concentrarsi sul proprietario dell'oleificio di Itea, l'industriale Eftimios Moskachlaidis che venne arrestato con l'accusa di essere il mandante del furto. Ovviamente l'industriale si difese e dopo sei mesi di carcere ottenne la libertŕ provvisoria.
Il clamore internazionale che stava suscitando la vicenda portava con sé un risvolto inquietante: la refurtiva stava diventando scottante e rischiava di essere distrutta dai ladri. Andava rintracciata al piů presto.
La polizia ungherese riuscě a far parlare Kovács e nel gennaio 1984 venne ritrovato il Ritratto di giovane di Raffaello nascosto in un sacco e sepolto sotto uno strato di terra in un villaggio vicino a Budapest. Il 20 gennaio 1984 – cinque giorni dopo il ritrovamento del Ritratto di Giovane di Raffaello – alla sede dell'Interpol di Atene giunse una telefonata anonima: la voce di un greco indicava dove trovare le sei opere mancanti al l'appello. Erano a Egio, sulla sponda meridionale del Golfo di Corinto, nel giardino del monastero di Panagia Trypiti dentro una grossa valigia nascosta tra i cespugli.
Il mondo accolse con sollievo la notizia del ritrovamento, anche se la Madonna Esterházy si presentň alquanto danneggiata dalle peripezie del furto: una terribile fenditura divideva in due la tavola, proprio a metŕ, dall'alto verso il basso. Il 24 gennaio 1984 i capolavori giunsero a Budapest, settantanove giorni esatti dopo la sottrazione, e affidati ai laboratori di restauro.

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