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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2014 alle ore 15:42.
L'ultima modifica è del 08 dicembre 2014 alle ore 08:56.

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(Reuters)(Reuters)

MILANO - È quella dell'era Renzi la Prima più blindata e mondanamente più sotto tono degli ultimi 20 anni e forse di sempre, con tutti gli accessi alla piazza bloccati da più file di transenne e poliziotti in assetto antisommossa schierati dovunque, e artisticamente caratterizzata da una prova d'orchestra ineccepibile e prevalente per l'ultima direzione dell'era Barenboim.

È dunque questo “Fidelio” di Ludwig van Beethoven la degna conclusione di nove anni intensissimi alla Scala, e l'applauso con cui è stato accolto dal pubblico in sala il grazie dei milanesi per il suo lavoro. Se l’orchestra ha prevalso in tutto e per tutto, tra gli artisti a dare il meglio è stato il Rocco di Kwangchul Youn. Bene la Marzelline di Mojca Erdmann e molto bene Florian Hoffmann. Meno convincente, ma applauditissima, la Leonore di Anja Kampe. Sotto le attese il Don Fernando di Peter Mattei e pure il Don Pizarro di Falk Struckmann. Quanto alla regia di Deborah Warner, volutamente povera fra le scenografie di una fabbrica dismessa, se più convincente nei primi quadri, ha peccato di eccessi di cupezza nell’ambientazione finale. Per finire, un vero successo inevitabile e tredici minuti di applausi.

Ma andiamo per gradi, visto che la cronaca di piazza è stata protagonista fin da un'ora prima dell'inizio, quando sono cominciate le cariche della polizia. Alcuni gruppi antagonisti provenienti dai centri sociali hanno cercato di forzare l'accesso di Via Santa Margherita. All'ingresso del teatro si sono sentiti gli echi dei petardi e dei fumogeni.

Gli antagonisti, muniti di caschi e scudi in gommapiuma, si sono scontrati con gli agenti. Sono partite le prime manganellate e un uomo è stato ferito alla testa, e un altro è rimasto leggermente contuso. La risposta è stata il lancio di petardi e uova contro gli agenti schierati. Altri scontri si sono registrati nella Galleria Vittorio Emanuele, dove alcuni manifestanti si sono arrampicati sulle impalcature dei restauri in corso. Anche due carabinieri feriti.

«Le proteste sono legittime ma l'importante è che non diventino violenze» è stato il commento del padrone di casa, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, appena giunto all'ingresso del Teatro alla Scala.

Al grido di “ladri e mafiosi”, “Fuck Austerity” gli antagonisti hanno scandito le loro proteste contro il Jobs act e il governo Renzi, inneggiando all'anarchico greco, Alexis Grigoropulos,mentre aspettavano l'arrivo del presidente del Senato, Piero Grasso, e del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. «Non capisco, queste proteste sono un danno economico per il Paese nella città che ospiterà Expo 2015» ha commentato invece ministro, mentre fuori nella piazza si levavano dai megafoni gli slogan contro il governo e contro il premier Renzi e si richiedevano case per tutti.

In sala a prevalere è stata l'austerity: sia sul palco con gli attori (in jeans e maglietta) come in platea e nei palchi dove le signore, salvo rarissime eccezioni hanno rinunciato a gioielli e vestiti da gran sera. Segno dei tempi, insomma. Mentre l'ingresso avveniva alla spicciolata davanti ad un grande albero di Natale che ha fatto il suo debutto nel foyer, fra gli ospiti si sono subito segnalati la presidente del Fondo Monetario InternazionaleChristine Lagarde, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi con la moglie Adriana, il professor Mario Monti con la moglie Elsa, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, la ballerina Carla Fracci, l'editore Inge Feltrinelli in compagnia dello scrittore Alberto Arbasino, gli stilisti John Richmond, e Raffaella Curiel, l'amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni, il presidente di Generali Gabriele Galateri con la moglie Evelina Christillin, il numero uno dell'Abi Antonio Patuelli, la presidente del Tribunale Livia Pomodoro, il commissario unico di Expo Giuseppe Sala, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, la bellissima top model Eva Riccobono ( a quest'ultima, fra le poche in gran sera, gli sguardi degli uomini e i commenti delle donne hanno riservato il ruolo di più elegante della serata).

Unica eccezione quasi sfarzosa, la decorazione di fiori che dal palco reale abbracciava i palchi. Ma come per la direzione, nulla da eccepire, era un incanto per gli occhi.

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