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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2014 alle ore 08:15.

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Lo scorso 20 novembre il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha consegnato a Roma, nel Palazzo del Quirinale, i Premi Balzan 2014 a Ian Hacking (Canada) per l'epistemologia e filosofia della mente, a Dennis Sullivan (USA) per la matematica pura o applicata, a G.David Tilman (USA) per l'ecologia delle piante e a Mario Torelli (Italia) per l'archeologia classica.
Del discorso tenuto da Mario Torelli davanti al Capo dello Stato pubblichiamo qui una versione ridotta dall'autore. Il 1° gennaio 1964, a soli ventisei anni, cosa allora non impossibile come oggi, entravo nello splendido edificio rinascimentale di Villa Giulia, donde sarei uscito cinque anni dopo, per andare a ricoprire il mio primo posto nell'università come professore aggregato di Archeologia e Storia dell'Arte Greca e Romana, una singolare figura accademica, inventata appena due anni prima per fronteggiare la contestazione studentesca e scomparsa quattro anni dopo, assorbita da quella di professore ordinario. Il mio ingresso nella prestigiosa soprintendenza etrusca di Roma sembrava aver rimesso il disordinato corso dei miei interessi nell'alveo della normalità e gradualmente cominciai a occuparmi di siti e di antichità etrusche, centro del mio mestiere. La dea Fortuna, si era messa ad aiutarmi alla grande: nel mio primo scavo, effettuato negli anni 1964-68 nel santuario di Menerva-Minerva, a Santa Marinella sulla costa del territorio di Cerveteri, è venuta alla luce, restituita dalle profondità di un pozzo accanto al tempio, la quarta iscrizione etrusca per lunghezza, un testo sacro su piombo, forse il responso dell'oracolo della dea. Il rinvenimento mi ha aperto una felice successione di scoperte di luoghi di culto. Inoltre a seguito di un tentativo di lottizzazione abusiva, mi venne affidato lo scavo di urgenza della colonia romana di Gravisca, fondata nel 181 a.C. su un precedente abitato etrusco, porto di Tarquinia. Qui la dea bendata ancora una volta mi ha concesso una serie di scoperte sia nell'abitato romano che nell'area del porto etrusco. L'enorme quantità di materiali ceramici greci e la peculiarità dei meccanismi dello scambio, mediati dal santuario attraverso la presenza di una pluralità di presenze divine, mi hanno obbligato a spostare radicalmente i miei studi verso il mondo greco e in particolare sui meccanismi ideologici e sui significati socio-economici delle relazioni di scambio sviluppate tra Greci ed Etruschi. È stato ancora una volta il caso a spingermi allo studio delle strutture sociali e dell'economia greca, etrusca e romana arcaica, in congiunzione con i dati antropologici, proprio in quegli anni entrati con decisione fra gli ingredienti della ricerca di ambito greco.
Ecco dunque un'altra svolta nel mio percorso intellettuale, ora in una direzione che andava a saldarsi con le mie propensioni politico-filosofiche di impianto marxista, dando un senso nuovo ai presupposti e al concreto svolgimento delle mie ricerche. L'esperienza acquisita come epigrafista e come etruscologo mi ha portato alla ricostruzione di alcuni fondamentali documenti epigrafici, dalla ricostruzione della dedica posta nel 265 a.C. nel santuario trionfale di S.Omobono nel Foro Boario a Roma per la conquista di Volsinii da parte di M. Fulvio Flacco, alla scoperta e all'edizione dei testi epigrafici latini degli Elogia Tarquiniensia , fino alla proposta di una nuova cronologia della Tabula Bantina .
L'aver scoperto il ruolo di ideologia dominante svolto nel mondo classico dalla religione, che si è posta come struttura capace di organizzare i rapporti sociali attraverso il mito in Grecia e attraverso il diritto fondato sulla ritualità religiosa a Roma, temi sui quali ho potuto scrivere più di un saggio, è stato per me la linea-guida per numerose indagini sul mondo greco-romano, e sulle civiltà etrusche e pre-romane d'Italia. Ovvio il tentativo di ricostruire organici programmi figurativi greci fondati sui codici etici del mito e sulle consuetudini religiose, che hanno ispirato celebri monumenti della pittura vascolare greca, come il "Cratere François" , o la decorazione scultorea di un grande tempio arcaico, come lo Heraion alla Foce del Sele, fino alla scoperta di santuari "dimenticati", come quello di Afrodite Sosandra sull'Acropoli di Atene ; parallelamente a ciò, mi è stato possibile analizzare invece i cosiddetti rilievi storici romani in una prospettiva giuridica, fondata sulla cerimonialità religiosa e sul ritualismo delle formule alla base della mentalità tanto dei committenti quanto degli spettatori (19.922). In altre parole, poiché le categorie religiose e le consuetudini rituali rappresentano il velo, attraverso il quale i monumenti figurati si presentano a noi, nostro compito è «rimettere sulle gambe» i messaggi, che l'antichità voleva con quei monumenti indirizzare al suo pubblico, di cui spesso l'archeologia contemporanea ha invece alterato i codici di comunicazione e le finalità di persuasione, modernizzandone i significati.
Questa prospettiva, tuttavia, non è affatto cosa limitata al solo mondo della rappresentazione, ma è alla base di una serie di fattori che hanno influenzato gli aspetti più diversi della produzione umana, oggetto delle ricerche dell'archeologo: fra questi aspetti, un significato fondamentale hanno la forma, la funzione e la collocazione urbanistica degli edifici, una fenomenologia intrinsecamente legata al l'ideologia e al potere, di cui vanno decifrati i nessi con i momenti salienti della vita collettiva e con i cerimoniali propri di quella cultura, concetti che sono alla base di molti miei lavori , come le indagini su alcuni monumenti di Roma, il templum Solis con l'Arco di Portogallo , l'Atrium Minervae e l'Ara Maxima Herculis . Questa precisa serie di convinzioni costituisce l'ossatura ermeneutica di una parte rilevante dei miei lavori degli ultimi trenta anni, che hanno toccato tutte le epoche dell'antichità e molti aspetti della documentazione archeologica, con l'obiettivo di demistificare un gran numero di luoghi comuni del sapere diffuso, molti dei quali posso dire con soddisfazione che ormai sono diventati punti fermi e acquisizioni solide della ricerca.

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