Cultura

Il Sanremo dell'uomo comune incorona Al Bano e Romina. Boom di…

  • Abbonati
  • Accedi
boom di ascolti: quasi il 50% di share

Il Sanremo dell'uomo comune incorona Al Bano e Romina. Boom di ascolti: quasi il 50% di share

Ascolti boom per la prima serata del festival di Sanremo di Carlo Conti. In media gli spettatori sono stati 11 milioni 767 mila pari al 49.34%. Dati superiori di quasi un milione di spettatori e circa 4 punti di share rispetto alla media della prima serata del festival 2014.

È il festival dell'uomo comune, saldamente ancorato alla tradizione - musicale e non - del Bel Paese. Canzoni d'amore e famiglia. Il rosso e il bianco, come gli abiti di scena delle vallette Arisa, Rocío Munoz Morales ed Emma. Gli Anania, il nucleo familiare più grande d'Italia ospite sul palco con addirittura 16 figli «voluti dallo Spirito Santo», poi l'exploit di Tiziano Ferro e la reunion di Al Bano e Romina.

La 65esima edizione di Sanremo parte da qui, dalla conduzione professionale ma enfatica di Carlo Conti, fulcro di uno show che parte dal passato e prova flirtare con il linguaggio televisivo dei talent show per guardare ai giovani. Mancano le rituali polemiche? Ci pensa il comico Alessandro Siani con una gaffe nei confronti di un bambino sovrappeso, cui riparerà con un selfie nel backstage e la scelta di devolvere in beneficienza il cachet. Pure questo è Sanremo.

A rischio Fabian, Di Michele, Grignani e Britti
Ma veniamo alla gara. Il verdetto della prima serata dice che sono a rischio eliminazione Lara Fabian, il duo Grazia Di Michele-Mauro Coruzzi, Gianluca Grignani e Alex Britti. La Fabian, nota nel nativo Belgio ma qui da noi illustre sconosciuta, ha infilato nel brano «Voce» un virtuosismo dietro l'altro finendo per pagare. Atmosfere jazzy e una spruzzata di impegno sociale senza troppo impegno per la Di Michele e un Coruzzi struccato che si cimentano con «Io sono una finestra» ma non convincono. Grignani ha proposto «Sogni infranti», quintessenza del maledettismo di provincia che lo ha reso celebre, mentre Britti è apparso sottotono su «Un attimo importante», brano dall'arrangiamento chitarristico vagamente hendrixiano che serve a mascherare un songwriting tutto sommato banale. Non che gli altri Big in concorso abbiano brillato. Chiara Galiazzo canta «Straordinario», una ballata amorosa sofisticata con un ritornello furbo al punto giusto. Quanto a Malika Ayane, il brano «Adesso e qui (Nostalgico presente)» fa l'effetto di un reprise di «Come foglie». Rockettino a uso e consumo delle teenager per i Dear Jack, alle prese con «Il mondo esplode tranne noi». Il nuovo corso di Nek passa per una italica rivisitazione degli stilemi musicali dei Coldplay in «Fatti avanti amore» (andate a risentirvi il riff di «A Sky Full of Stars» ché c'è una certa somiglianza). Annalisa dispensa generosamente acuti per «Una finestra tra le stelle». Il rapper Nesli s'inventa poi cantante commerciale per «Buona fortuna amore».

Romina e le flessioni di Al Bano
Il momento più atteso della serata resta la reunion di Al Bano e Romina, cui il pubblico tributa una standing ovation. I due insieme cantano un medley di «Cara Terra mia», «Ci sarà» e «Felicità», coinvolgendo la platea dell'Ariston. Al Bano per ringraziare dell'affetto ricorda la sua partecipazione da solista nel ‘95 e ripete il gesto di quella sera, buttandosi a terra e provando qualche flessione. Alla richiesta del presentatore di darsi un bacio, i due mostrano un certo imbarazzo («Ho un senso del pudore eccezionale e ogni volta che davo un bacio nasceva un figlio», cerca di smarcarsi Carrisi), ma alla fine cedono. Romina si fa poi da parte per lasciare campo libero all'ex marito che intona «La mia vita». Alla domanda di Conti, sull'eventualità di tornare presto insieme, i due lasciano la parola al pubblico che - come c'era da aspettarsi - risponde con entusiasmo. Prima di salutare, Conti consegna alla coppia una targa: «Siete gli ambasciatori di Sanremo nel mondo».

La gaffe di Siani
In giornata no il comico Alessandro Siani che tenta sempre la via più facile per la risata e qualche volta inciampa. «Ce la fai ad entrare nella poltrona?», chiede a un ragazzino un po' su di peso che si era alzato dalla sua poltrona nelle prime file dell'Ariston e gli era andato incontro sorridente per stringergli la mano. Sui social network sarà bersagliato dalle critiche, riparerà con un selfie conciliante messo in rete e devolvendo tutto il suo cachet agli ospedali pediatrici Santobono di Napoli e Gaslini di Genova. Quindi una sfilza di battute sull'abbronzatura di Carlo Conti («Se ti fai un'altra lampada e ti vede Salvini ti chiede il permesso di soggiorno») e la crisi («Due anni fa quando venni qua c'era la disoccupazione, una forte crisi economica... mi sembra siano passati solo due giorni») per arrivare all'omaggio a Pino Daniele sulle note di «Quando» che attira facile una standing ovation.

Gli applausi per Ferro e Imagine Dragons
Sempre sul versante ospiti è standing ovation pure per Tiziano Ferro che ha proposto un medley dei suoi successi, da «Non me lo so spiegare» a «Sere Nere» passando per «Il regalo più grande». Per poi ringraziare, inginocchiandosi e baciando il palco: «È l'immagine più bella che si possa concedere a un ragazzo che sognava di fare musica. Io mi fermo qua». Ancora una parentesi di riflessione con Fabrizio Pulvirenti, il medico catanese guarito dal virus ebola («Sono diventato un simbolo solo perché sono un europeo, un italiano, e mi calza bene questo ruolo perché così posso essere il testimonial di una associazione come Emergency», dichiara). Quel po' di respiro internazionale che al Festival non è mai mancato arriva, in ultimo, intorno a mezzanotte, quando si esibiscono gli americani Imagine Dragons, prima con la hit «Demons», poi con la nuova «I bet my life», gradevole escursione in territorio country. Un pezzo rappresentativo di ciò che, musicalmente parlando, succede nel mondo. In un evento che quest'anno sembra voler guardare soprattutto all'italico orticello.

© Riproduzione riservata