
Formula Coppa Italia per l'apertura della seconda serata di Sanremo. Come il torneo calcistico vede affrontarsi nei primi turni le squadre di bassa classifica prima che entrino in scena le grandi, allo stesso modo Carlo Conti mette le Nuove proposte a scaldare il pubblico. L'intento è quello di nobilitare una categoria che nelle ultime edizioni era stata relegata a orari improbabili del palinsesto, nell'indifferenza dei più. E per metterci un pizzico di pathos ecco la formula da tabellone tennistico a eliminazione diretta, con i concorrenti che si sfidano a coppie, in tre turni di match. Decide il televoto, come fosse un talent show.
Si entra nel vivo dopo un fugace ringraziamento del conduttore toscano agli 11 milioni di italiani che, all'esordio, gli hanno fruttato quasi il 50% di share. Passano il turno i KuTso ed Enrico Nigiotti: torneranno sul palco dell'Ariston venerdì per la semifinale. La dissacrante band romana in abito (letteralmente) fiorato propone il malizioso tormentone «Elisa», storia di primi approcci amorosi tra teenager. Un po' pop, un po' punk, un po' ciarda. Si impongono su Kaligola - diciassettenne con al seguito il nonno in veste di direttore d'orchestra - che rappa e canta in «Oltre il giardino», pezzo con tante pretese, forse troppe. Nigiotti presenta «Qualcosa da decidere», un pop senza sale che nei passaggi migliori ha tutta l'aria di una b-side dei Tiromancino e ha la meglio su «Ritornerai», ballad sofisticata di Chanty, ragazza che sfoggia una bella voce ma dimostra più di qualche debito nei confronti di Malika Ayane.
Dopo questo singolare pre-opening e l'intermezzo luci e ombre dei Pilobolus arriva il concorso dei Big. Prima di tutto l'esibizione di Nina Zilli alle prese con il blues «Sola» che sembra citare un'altra e molto più grande Nina (Simone). Marco Masini, per il suo ritorno in Riviera a 25 anni dalla prima volta, si chiede «Che giorno è» con le stesse urla e la stessa disperazione di quella famosa volta. Quasi che tutto questo tempo fosse passato invano. Poppettino confezionato apposta per l'Ariston è la «Libera» di Anna Tatangelo. Dopo la breve parentesi di «Tuttu cantano Sanremo» che vede lo chef italoamericano Joe Bastianich accennare «Quando quando quando», si passa a un altro ritorno, quello di Raf, interprete di «Come una favola». Ballata amorosa da iperglicemia istantanea. Non è in concorso ma si mescola perfettamente con i Big Biagio, fuori concorso e promosso al rango di superospite. Pure per lui un medley di successi, a partire da «Se io se lei», quindi un commosso omaggio all'amico Pino Daniele con la cover di «Quando».
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