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Lunghi applausi per «Cinderella», in attesa dell'Orso…

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FESTIVAL DI BERLINO

Lunghi applausi per «Cinderella», in attesa dell'Orso d'oro

A Berlino impazza il toto-Orso: in attesa della cerimonia di questa sera, bookmakers, appassionati e addetti ai lavori votano i propri favoriti nella corsa al premio principale del Festival.
Tra i titoli più apprezzati ci sono indubbiamente «El Club» del cileno Pablo Larraín, «Taxi» dell'iraniano Jafar Panahi e «Under the Electric Clouds» del russo Alexey German Jr.
Piuttosto alte anche le quotazioni del guatemalteco «Ixcanul», dell'inglese «45 Years», del rumeno «Aferim!» e del tedesco «Victoria».

Tra le possibili sorprese, il documentario cileno «The Pearl Button» di Patricio Guzman e il polacco «Body» di Malgorzata Szumowska.
La buona accoglienza a «Vergine giurata» fa ben sperare per un piazzamento italiano nel palmares, mentre potrebbero rimanere a bocca asciutta grandi nomi come Werner Herzog, Terrence Malick e Peter Greenaway.
Aspettando di conoscere il verdetto della giuria capitanata da Darren Aronofsky, nella penultima giornata del Festival è stato proposto «Cinderella», ultimo lungometraggio di Kenneth Branagh.

Presentato fuori concorso, riprende la classica storia di Cenerentola, dalla vita da schiava a casa della matrigna al gran ballo in cui si trasformerà in una splendida principessa.
Accolto da lunghi applausi da parte della stampa internazionale, è un film girato con cura e decisamente più accattivante di altri simili prodotti Disney degli ultimi anni, come il recente «Maleficent» con Angelina Jolie.
Qualche passaggio altalenante, ma la confezione è curata (scenografie di Dante Ferretti), il ritmo più che discreto e gli effetti speciali usati a dovere.
Potrebbe ottenere un grande successo in sala e torneremo presto a parlarne: l'uscita italiana è fissata per il prossimo 12 marzo.

Decisamente più contorto è «Chasuke's Journey» del giapponese Sabu.
Il film si apre in Paradiso, dove ognuno ha una propria occupazione: Chas, per esempio, è l'addetto a preparare il tè.
Il protagonista, che prima di morire era un gangster, viene rimandato sulla Terra per salvare Yuri, ragazza di cui prontamente s'innamora.
Il soggetto non è dei più originali e la sceneggiatura s'ingarbuglia eccessivamente alla ricerca di qualche forzato colpo di scena.
Presentato in concorso, è un lungometraggio che si dimentica facilmente: il miscuglio di vari generi (dal melodramma al grottesco) questa volta non funziona e la narrazione si fa sempre più confusa e macchinosa col passare dei minuti.
Peccato, perché un paio di idee visive delle prime battute facevano ben sperare.

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