Cultura

L'ideale di bellezza dei greci è al British Museum

  • Abbonati
  • Accedi
LONDRA

L'ideale di bellezza dei greci è al British Museum

Basta entrare nella prima sala per capire l'importanza di “Defining Beauty”, la nuova mostra del British Museum dedicata all'ideale di bellezza nella scultura classica greca. Per la prima volta nella storia i capolavori dei tre massimi scultori ateniesi del quinto secolo possono essere visti insieme: il Discobolo di Mirone, il Dorifero di Policleto e l'Ilissos, il dio fluviale di Fidia. Come se non bastasse, accanto a questo mirabile trio si può ammirare la statua di bronzo di un atleta, recuperata intatta solo pochi anni fa dal fondo dell'Adriatico al largo della Croazia.

“Questa é una mostra su un'idea realizzata in pietra, un'esplorazione di quello che significa essere umani,” spiega Neil McGregor, direttore del British Museum. Gli scultori greci erano filosofi che volevano dare forma al pensiero, incarnando nelle loro opere gli ideali di una democrazia che metteva l'uomo al centro. Nella celebre frase di Protagora, “l'uomo é la misura di tutte le cose”.

Nella visione umanista greca la bellezza é equilibrio, perfetta proporzione di forme, ma anche il riflesso esterno di un'armonia interiore. Secondo Aristotele “le forme del bello sono l'ordine, la simmetria e la definizione.” L'uomo ideale greco é kalòs kai agathòs, bello e virtuoso. Il corpo nudo é il segno dell'eroe, “l'abito della rettitudine, simbolo di eccellenza fisica e morale”, come lo definisce Ian Jenkins, direttore della mostra.

Dai guerrieri idealizzati agli dei antropomorfi, dai centauri alle amazzoni, oltre 120 opere dai maggiori musei del mondo arricchiscono la mostra. Gran parte della scultura greca, specie le statue in bronzo, é andata perduta e ci é nota solo grazie alle copie romane. Questo rende ancora più preziosi gli originali, come le sculture del Partenone che il British Museum in occasione della mostra ha per la prima volta spostato dalle gallerie permanenti a loro dedicate. Quando Lord Elgin nell'Ottocento portò a Londra le statue del Partenone “il mondo occidentale scoprì per la prima volta la qualità degli originali greci, - spiega McGregor. – Sono statue vive che fanno sembrare le copie spente e senza vita. Il marmo diventa carne, acqua, stoffa, perfino aria.”

Prima ancora era stato il Rinascimento a riscoprire l'ideale greco del corpo umano. Nell'ultima sala in prestito dal Vaticano c'é il Torso del Belvedere, la statua di Fidia che Michelangelo aveva visto e ammirato. Lo scultore si era rifiutato di ‘finire' la statua, come gli era stato chiesto dal Papa, sostenendo che era perfetta anche se incompleta, e aveva reso alla scultura greca l'omaggio piú grande prendendola come ispirazione per il torso di Adamo nel celebre affresco sul soffitto della Cappella Sistina. L'ultima sala della mostra riunisce per la prima volta il Torso del Belvedere con l'unico studio preparatorio di Adamo di Michelangelo rimasto, e accanto un nudo del Partenone. Spiega Jenkins: “Cosí Michelangelo e Fidia, che possono essere definiti i più grandi scultori della storia, sono insieme per la prima volta.”

Defining Beauty: the body in ancient Greek art
26 marzo – 5 luglio 2015
British Museum, Londra
www.britishmuseum.org

© Riproduzione riservata