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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2015 alle ore 08:14.

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Il visitor center è piuttosto scarno. Non ci sono tour guidati nei luoghi della battaglia e tutto è sottosopra per la ristrutturazione da 40 milioni di euro di un nuovo sito più grande che deve essere pronto per il duecentesimo. Il biglietto attuale da 7 euro permette di salire sulla collina e di vedere due brevi filmati: il racconto storico che ha portato a Waterloo, con la fuga di Napoleone dall’Elba e i Cento giorni; la descrizione della battaglia attraverso le immagini del film di Sergei Bondarchuk del 1970, un capolavoro di genere. Da un lato della collina c’è il Wellington Café che serve birra belga etichetta «Battaglia di Waterloo»; dall’altro il Panorama: un edificio rotondo dentro il quale un grande affresco cerca di porre il visitatore al centro della battaglia, fra grida di soldati e cannonate lontane. È fatalmente molto più semplice e meno emozionante del Panorama di Arromanches, in Normandia, nel quale le immagini dello sbarco del 1944 sono vere. In attesa della pace mondiale, le prossime battaglie saranno raccontate da Periscope, attraverso uno smartphone fissato sull’elmetto di ogni soldato. I dettagli cronachistici della morte garantiti dall’app di Twitter, renderanno ancora più epico Waterloo, il più celebre campo di battaglia d’Europa.

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