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«Francofonia» di Sokurov emoziona la Mostra di Venezia

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mostra di venezia 2015

«Francofonia» di Sokurov emoziona la Mostra di Venezia

Il film più atteso della Mostra di Venezia 2015 non delude le aspettative: in concorso è stato presentato il maestoso «Francofonia» di Aleksandr Sokurov, grande regista russo che ha già vinto un Leone d'oro per «Faust» nel 2011.
Mescolando con straordinaria abilità documentario e finzione, Sokurov racconta la collaborazione franco-tedesca, messa in atto durante l'occupazione nazista, per salvare i tesori del Museo del Louvre.

Ma si tratta soltanto di uno spunto per parlare (anche) del rapporto tra arte e potere, in un gioco metacinematografico che spazia tra varie epoche e utilizza formati e linguaggi differenti.

Indubbiamente, si tratta di un'operazione ostica e fortemente concettuale, ma i simboli che utilizza (l'arte che deve superare il “mare del tempo”) sono tanto suggestivi quanto improntati a una riflessione che l'autore persegue ormai da diversi anni.

«Francofonia» è un'elegia (una delle tante che Sokurov ha firmato nella sua carriera) dedicata all'Europa, di ieri e di oggi, unita soltanto in apparenza. La carne al fuoco è tantissima, ma l'equilibrio è notevole e al centro c'è sempre l'arte, omaggiata in tutte le sue forme.

Semplicemente straordinario il lavoro di Bruno Delbonnel alla fotografia, ma anche le scelte musicali sono di altissimo livello. Emozionante e da premiare.

In concorso ha trovato spazio anche «Marguerite» di Xavier Giannoli.

La trama ruota intorno a Marguerite Dumont, un'eccentrica donna dell'alta società parigina degli anni Venti così innamorata del canto da non rendersi conto di essere terribilmente stonata.

Prendendo ispirazione dalla vera storia dell'ereditiera americana Florence Foster Jenkins, Giannoli mette in scena un intenso ritratto femminile, capace di toccare corde profondissime e di muoversi abilmente tra melodramma e commedia.

Tornato a Venezia a tre anni di distanza da «Superstar», Giannoli conferma il suo più che discreto talento estetico, capace di dettare bene i tempi di montaggio e di regalare alcune sequenze davvero degne di nota (e, in alcuni casi, anche molto divertenti).

Peccato, però, che il film sia eccessivamente prolisso e si perda in un finale non all'altezza di quanto si è visto in precedenza.

Notevole, in ogni caso, la prova della protagonista Catherine Frot, ampiamente in lizza per ottenere la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile.

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