«Spotlight» ha vinto l'88ª edizione degli Oscar: il premio più importante, l'Oscar per il miglior film, è andato al potente film di Tom McCarthy. Incentrato sullo scandalo dei preti pedofili della comunità di Boston, e sul gruppo di giornalisti che hanno indagato sui fatti, «Spotlight» ha superato la concorrenza di «Revenant – Redivivo» di Alejandro González Iñárritu, considerato il favorito della vigilia. Iñárritu, invece, è stato omaggiato dell'Oscar come miglior regista per il secondo anno di fila, dopo il successo raggiunto con «Birdman» esattamente dodici mesi fa: uno storico bis consecutivo che era riuscito nel corso della storia del cinema soltanto a John Ford e Joseph L. Mankiewicz.
Standing ovation e una sala coralmente trepidante per l’Oscar più emozionante, quello ad un tremante e commosso Ennio Morricone che, dopo cinque nomination andate a vuoto e un premio onorario alla carriera, ha potuto alzare l’Oscar per la miglior colonna sonora. L'ottantasettenne maestro italiano si è aggiudicato l’ambita statuetta per la partitura di «The Hateful Eight» di Quentin Tarantino. Il compositore romano si era presentato a Los Angeles da super favorito. «Penso sia importante il riconoscimento in vita, sempre considerando che l'Oscar è una specie di gioco del lotto», aveva detto Morricone che ha dedicato il premio alla moglie Maria.
E sfumata di connotazioni green, all’insegna dell’impegnato “non date per scontato il pianeta”, è arrivata finalmente la prima statuetta per Leonardo DiCaprio, premiato per la sua performance in «Revenant – Redivivo» come miglior attore protagonista; il titolo di miglior attrice femminile è andato invece a Brie Larson, poco conosciuta fino a pochi mesi fa e ora sul tetto del mondo del cinema grazie alla sua prova in «Room» di Lenny Abrahamson.
Tra i non protagonisti hanno vinto Mark Rylance (eccellente ne «Il ponte delle spie»), che ha battuto il favorito Sylvester Stallone («Creed – Nato per combattere»), e Alicia Vikander («The Danish Girl») che ha superato la concorrenza di Kate Winslet per «Steve Jobs».
«Spotlight» ha vinto anche il premio per la miglior sceneggiatura originale, mentre quello per la miglior sceneggiatura non originale è andato a «La grande scommessa» di Adam McKay.
Come da pronostici, l'Oscar per il miglior film d'animazione ha visto trionfare il capolavoro della Pixar «Inside Out», mentre il titolo di miglior documentario all’ottimo film ungherese «Il figlio di Saul» di László Nemes.
Nella categoria dei documentari, ha svettato «Amy» di Asif Kapadia sulla cantante Amy Winehouse, scomparsa a soli ventisette anni nel 2011.
Menzione speciale per il terzo Oscar di fila andato a Emmanuel Lubezki, direttore della fotografia di «Revenant – Redivivo», già premiato due anni fa per «Gravity» e lo scorso anno per «Birdman».
Ben sei Oscar (record della serata) sono andati a «Mad Max: Fury Road» di George Miller: migliori costumi, miglior trucco, miglior montaggio, miglior montaggio sonoro, miglior mixaggio sonoro e miglior scenografia. Tra gli altri premi tecnici, la statuetta per i migliori effetti speciali è andata a «Ex Machina» di Alex Garland.
L'Oscar per la miglior canzone, invece, a Jimmy Napes e Sam Smith per «Writing's on the Wall», presente in «Spectre» di Sam Mendes.
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