Franz Krauspenhaar è nato a Milano da padre tedesco e madre italiana, nel novembre del 1960. Ha scritto e pubblicato dal 1975 al 2011 diversi racconti e romanzi per grandi e piccole case editrici. La sua pubblicazione più recente è il romanzo “Le monetine del Raphael“, edito da Gaffi editore.
Hanno scritto…
Giornale di Brescia
Claudio baroni
Ma Franz Krauspenhaar non ha scritto un saggio, il suo è un romanzo e propone un punto di vista, quello di un protagonista che giunto alla fine dei suoi giorni intreccia giudizi e ricordi in un travolgente monologo. La riflessione è puntigliosa e calzante, ma non si accolla la pretesa di essere esaustiva. […]
Ricostruzioni precise, personalissimi sentimenti.
PANORAMA
Daniela Ranieri
Lui è Franz Krauspenhaar. È uno di quelli che usano un vocabolo turpe in un contesto lirico, e trasformano tutto in qualcosa che partecipa della turpitudine e del lirismo allo stesso tempo; quasi sempre rabbioso e irriguardoso, sfiora quella parte sublime della volgarità che mi fa diventare una vipera. Talvolta, addirittura, riesce nell’impresa di diventare improvvisamente delicato usando la tecnica di portarsi appresso una coda di quella gravità per descrivere il cinismo di ciò che lo circonda, e proprio per questo diventa improvvisamente non-cinico, che è una qualità che apprezzo in generale. Apparentemente incurante ma vigile dei tuoi miasmi umani e della tua apatia estiva, il suo è un romanzo che odora di belva, e ti assale quando meno te lo aspetti, mentre riposi su uno spiazzo assolato in mezzo alla savana.
Corriere nazionale
Ciro paglia
Un romanzo scomodo per chi non vuole confrontarsi con la realtà della vita, punteggiata a volte dalla ricerca del successo, dalle ipocrisie che esso impone, dal vuoto nel quale si rischia di precipitare mentre tutt’intorno si snodano trame, politiche e miserabili contestazioni.
Bresciaoggi
La scrittura di Krauspenhaar ha la forza spasmodica di una resistenza, continuamente rilanciata nell’affanno di una subordinata, quasi tentando di non perdere il respiro, di non finire soffocata.
La poesia e lo spirito
Valter Binaghi
La passione furibonda del desiderio, l’appello irriducibile della creatività, il ruggito del morente, queste cose sono nella scrittura di Krauspenhaar, non come “ciò di cui si parla”, ma come il soggetto vivente, che ti trascina a centellinare questa vitalità proprio mentre la dichiara irrazionale cosmicamente inutile.
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