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Vasco se ne va, Ferro è «indignato», Mengoni si…

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Vasco se ne va, Ferro è «indignato», Mengoni si dissocia. La bufera «secondary ticketing» si abbatte su Live Nation

Vasco Rossi se ne va e annuncia azioni legali, Tiziano Ferro si dice «sconcertato, amareggiato e fortemente indignato» ma non annulla il suo tour per le «150mila persone che hanno già deciso di esserci», Marco Mengoni si dissocia, si dice «estraneo ai fatti» e sottolinea come, attraverso i propri avvocati, stia effettuando indagini per la «tutela dei diritti del pubblico e per verificare la massima trasparenza sullo svolgimento dei fatti».

Il dibattito intorno al secondary ticketing - quel «mercato secondario» dei biglietti dei concerti che fa sparire in una manciata di minuti dai canali ufficiali di vendita online i ticket degli eventi più attesi, per poi ri-piazzarli su specifici siti web di e-commerce, a prezzi maggiorati – è letteralmente esploso dopo il servizio de «Le Iene» andato in onda martedì sera su Italia 1.

Nel mirino in particolare Live Nation, la multinazionale della musica dal vivo che anche qui in Italia detiene la leadership del mercato dei concerti e che, a quanto emerge nella trasmissione, avrebbe ceduto biglietti dei suoi concerti a queste piattaforme. Secondo «Le Iene» che hanno mandato in onda un'intervista piena di fuori onda al ceo italiano di Live Nation Roberto De Luca, infatti, i siti di secondary ticketing nella maggior parte dei casi acquisterebbero i ticket direttamente da chi organizza gli eventi al prezzo nominale, prima dell'apertura delle vendite online. A vendita a prezzi maggiorati avvenuta, i siti in questione restituirebbero percentuali consistenti (anche il 90%) del proprio incasso agli stessi organizzatori. E il sistema in questione, secondo quanto il servizio lascia intendere, sarebbe noto, accettato e in molti casi addirittura imposto dagli stessi artisti.

Le reazioni degli artisti
Ma gli artisti a quanto pare, a questa ricostruzione dei fatti, non ci stanno. E così Vasco Rossi, primo fra tutti, attraverso una nota ufficiale della sua Giamaica Management «comunica di avere attualmente sospeso ogni rapporto commerciale con Live Nation e si riserva di agire per vie legali essendo totalmente estranea a quanto emerso dal servizio giornalistico». Segue Tiziano Ferro, altro artista della scuderia: «Vorrei concedermi alla rabbia e all'istinto del momento ma la verità è che non posso. La mia priorità sono le circa 150mila persone che hanno già deciso di esserci durante il mio prossimo tour. Mi è stato assicurato e garantito che Live Nation non ha mai, oggi come in passato, immesso miei biglietti sul mercato secondario», ha aggiunto il cantante di Latina. «Detto ciò prendo le dovute distanze da chi ha sbagliato». Anche Mengoni è netto: «Né io né il mio management abbiamo mai avuto alcuna evidenza di irregolarità nella vendita dei concerti. Siamo sconvolti dall'accusa mossa da De Luca, secondo cui gli artisti imporrebbero la pratica di vendita illegale di biglietti e dichiaro la mia assoluta estraneità ai fatti. Attraverso i nostri legali stiamo facendo le opportune indagini per la tutela dei diritti del pubblico e per verificare la massima trasparenza sullo svolgimento dei fatti».

L'inchiesta di Milano
Il tutto accade all'indomani dalla diffusione della notizia che la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta contro ignoti sulle fattispecie di reato di truffa informatica e sostituzione di persona in merito al concerto di Bruce Springsteen tenutosi a luglio scorso a San Siro. In prevendita 30mila biglietti si volatilizzarono in poche ore, circostanza che portò il promoter organizzatore del concerto, Claudio Trotta, a presentare l'esposto che ha dato il via all'indagine. Lo stesso Trotta, a seguito del servizio de «Le Iene», ha indirizzato una lettera aperta ad Assomusica, l'associazione di categoria dei promoter: «Sto verificando – scrive - insieme con i miei legali se esistano i presupposti per una azione giudiziale collettiva da parte di Assomusica e/o degli associati che reputino di volerla sottoscrivere e di altre componenti della filiera della musica dal vivo nei confronti di Live Nation per gravi danni di immagine e di credibilità a tutta la categoria». Su più di un fronte tira insomma aria di guerra. Il tutto mentre pendono un ricorso d'urgenza presentato da Siae al Tribunale Civile di Roma e un'indagine dell'Antitrust sul caso delle due date dei Coldplay a luglio. E dire che le commissioni Biliancio e Finanze della Camera hanno bocciato l'unica proposta di legge esistente per regolamentare il fenomeno. Almeno per ora.

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