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indagine al via

Bagarini da secondary ticketing al concerto di Springsteen, la Procura ipotizza la truffa

Bruce Springsteen
Bruce Springsteen

Dietro il business del secondary ticketing, quel «mercato secondario» dei biglietti dei concerti che fa sparire dal web in una manciata di minuti i ticket degli eventi più attesi per poi ri-piazzarli in vendita su specifici siti di e-commerce a prezzi maggiorati, potrebbero nascondersi fattispecie di reato quali truffa informatica e sostituzione di persona. Lo ipotizza la Procura di Milano che ha aperto un'inchiesta sui 30mila biglietti del concerto di Bruce Springsteen dello scorso 3 luglio a San Siro, volatilizzatisi poco dopo l'apertura delle vendite online.

Tutto parte dalla denuncia che ad aprile di quest'anno presentò il promoter Claudio Trotta, patron della Barley Arts che qui da noi da organizza i live act del Boss. Un esposto che si è portato dietro un'indagine del Nucleo di polizia tributaria, trasformatasi in un fascicolo aperto nei giorni scorsi dal sostituto procuratore Adriano Scudieri, per ora contro ignoti.

Si passano al setaccio le modalità di funzionamento delle piattaforme di secondary ticketing che, attraverso l'utilizzo di software bot, sarebbero in grado di aggirare agevolmente i limiti sul numero massimo di biglietti da cedere a ciascun utente (nel caso di Springsteen erano quattro). Un «giochino» per il quale, secondo il teorema degli inquirenti, sarebbero state «prese in prestito» diverse identità personali (da qui la fattispecie della sostituzione di persona).

Il faro della magistratura è acceso anche sul clamoroso caso dei Coldplay, già capace di suscitare le attenzioni dell'Antitrust che ha aperto un'indagine su Ticketone – controllata della tedesca Cts Eventim esclusivista della vendita online per l'Italia – e quattro portali del mercato secondario. Per Trotta questo è «un giorno molto importante», dal momento che quella che si sta portando avanti è «una battaglia etica contro la speculazione sulle passioni delle persone». Decisivo il fatto che, per la prima volta, un organo inquirente per interpretare il fenomeno, da molti definito bagarinaggio 2.0, tiri in ballo precise fattispecie di reato.

«Quest'anno - sottolinea Trotta - ho fatto molto rumore mediatico sul secondary ticketing, poi lo scorso 4 aprile ho presentato un esposto, sono molto felice che oggi sia stato chiaramente detto che ci sono reati penali da perseguire». Qui si parla di «un fenomeno gigantesco» che «non riguarda solo la musica» ed è «diffuso in tutto il mondo. Chissà che l'Italia non sia il primo paese a riuscire a bloccarlo».

Quanto è successo intorno ai Coldplay, qui da noi, ha scatenato un'attenzione mediatica senza precedenti. E, oltre all'indagine dell'Antitrust, si è portato dietro un ricorso d'urgenza da parte di Siae al Tribunale Civile di Roma, prese di posizione diffuse da parte degli artisti (da Ligabue a Vasco Rossi, passando per Eros Ramazzotti e Laura Pausini) e dell'associazione dei promoter Assomusica. Massimo Fiorio, deputato Pd, ha presentato un'interrogazione parlamentare e una proposta di legge per mettere fuorigioco il secondary ticketing.

Quest'ultima, sotto forma di emendamento al decreto fiscale, almeno per ora è stata respinta dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, riunite in seduta congiunta. Tanto rumore, «ma è importante ricordare – spiega Trotta - che quando ho iniziato questa lotta ero solo, non c'è stato nessuno che abbia preso posizione. Ora sono felice che si stia capendo che questa è una schifezza che va bloccata a tutela della musica e di chi lavora, perché fare impresa – conclude il promoter - non è per forza fare speculazione».

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