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Le “Notti a Serampore” di Mircea Eliade

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Le “Notti a Serampore” di Mircea Eliade

Pochi storici delle religioni sono riusciti a essere fascinosi e profondi come Mircea Eliade (1907-1986). Formatosi nella Bucarest tra le due guerre mondiali, per lui fu determinante lo studio della filosofia tedesca (da Wilhelm Dilthey a Edmund Husserl, ma anche di Rudolf Otto) e la lettura degli scritti di indagatori profondi delle credenze quali gli italiani Raffaele Pettazzoni e Vittorio Macchioro. Nella sua formazione poi entrò lo meditazione delle opere di René Guenon e Ananda K. Coomaraswamy.

Eliade visse in India tra il 1928 e il 1931, dove apprese e praticò lo yoga. Al ritorno in Romania i suoi interessi si volsero all'alchimia e al folklore. Fu quindi a Londra, Lisbona, infine a Parigi, invitato dal grande Georges Dumézil. E qui nel 1949 pubblica una delle sue opere più note, il “Trattato di storia delle religioni”. Diventerà in breve tempo un classico.

Titolare di cattedra a Chicago nel 1959, la sua produzione è ancora da rileggere, meditare. Come pochissimi altri studiosi seppe parlare di riti e miti. Anche i romanzi e gli scritti letterari giovanili non si dovrebbero sottovalutare. Sovente in essi si riflette e si sperimenta la sua conoscenza religiosa.
La Jaca Book sta progettando le opere complete di Eliade in italiano. La sua produzione è dispersa tra diversi editori e, data l'aria che tira, sovente ci si dimentica del suo valore.

Riproporre e far conoscere le opere non più ristampate o non ancora tradotte di questo maestro, è un atto di civiltà. Nell'ultimo mese Jaca Book ha riportato in libreria (uscì nel 1985) un romanzo breve dell'Eliade esoterico, “Notti a Serampore” (pp. 112, euro 12); quindi ha rimesso in circolazione (uscì nel 1992 ed era introvabile) il “Dizionario delle religioni” che egli realizzò con la collaborazione del fidato Ioan P. Couliano (pp. 266, euro 35).

Non sempre si tratta di semplici ristampe. Per esempio, “Notti a Serampore” offre, oltre un testo di Sergio Givone, in appendice l'estratto di un'intervista. Eliade, in ogni caso, ha sempre qualcosa da insegnare. La sua idea che nel mondo contemporaneo la storia sia stata spogliata dei suoi significati trascendenti e l'idea religiosa, indistruttibile, si manifesti camuffata nel profano, resta una delle più convincenti spiegazioni per comprendere il nostro tempo.
Nella “Nostalgia delle origini” ha scritto: “Per lo storico delle religioni ogni manifestazione del sacro è importante; ogni rito, ogni mito, ogni credenza, ogni figura divina riflette l'esperienza del sacro, e di conseguenza implica le nozioni di essere, di significato, di verità”.
Sia detto con buona pace di coloro che, per una ragione o per l'altra, credono di capire tutto utilizzando la loro ragione.

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