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Sanremo, Meta e Moro restano in gara. Ecco cosa dimostra la perizia

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Ascolti al 47.7% per la seconda serata

Sanremo, Meta e Moro restano in gara. Ecco cosa dimostra la perizia

Ermal Meta e Fabrizio Moro (Ansa)
Ermal Meta e Fabrizio Moro (Ansa)

Meta e Moro resteranno in gara alla 68esima edizione di Sanremo. «A seguito delle valutazioni effettuate, la Rai ritiene che non si debba escludere dalla gara la canzone di Ermal Meta e Fabrizio Moro, in quanto conforme al requisito di novità previsto dal regolamento», ha comunicato la televisione di Stato andando a chiudere il caso che ha tenuto vivo il dibattito in queste prime tre giornate del Festival.
Il brano di Meta e Moro Non mi avete fatto niente, spiega l’ufficio legale della Rai in una nota letta in sala stampa, «contiene stralci del brano Silenzio (presentato a Sanremo Giovani nel 2016, ndr) in misura inferiore a un terzo delle durata, quindi la circostanza che il brano sia stato già fruito non inficia la novità della canzone in gara». Inoltre, dagli approfondimenti fatti, è risultato che «i due brani hanno stesure, durata, testi e melodie diverse. La somma degli stralci non supera un minuto e tre secondi su una durata complessiva di tre minuti e 24 secondi, dunque inferiore a un terzo». La conclusione è che «le due canzoni, pur presentando analogie, non sono la stessa canzone. Non mi avete fatto niente è dunque nuova e resta in gara».
E arriva anche il commento dei diretti interessati. «Questa vicenda - dichiara Moro - ci ha un po’ penalizzato ai fini del festival. Quando la gente sente la parola plagio si ferma, prende le distanze, non va ad approfondire e quindi rimane comunque una macchia, anche se plagio non è». L’importante per il cantautore romano è che «comunque siamo in gara».

Ascolti al 47.7% di share
Si fanno intanto i conti con l’esito della seconda serata di Festival. Bene gli ascolti: sono stati 9 milioni 687 mila, pari al 47.7% di share, i telespettatori che hanno seguito ieri su Rai1 la kermesse. Nel 2017 la seconda serata del festival condotto da Carlo Conti e Maria De Filippi aveva avuto in media 10 milioni 367
mila spettatori, pari al 46.6% di share. La media della seconda serata del festival migliora di oltre un punto percentuale il risultato di share dell’anno scorso, pur scontando un calo di circa 700mila spettatori (legato probabilmente anche alla durata superiore, di circa 20 minuti, rispetto alla seconda serata del 2017). La prima parte dello show ha ottenuto ieri 11 milioni 458mila spettatori con il 46.6%, la seconda 5 milioni 867 mila con il 52.8%. L’anno scorso la prima prima parte della seconda serata di Sanremo era stata seguita da 11 milioni 708 mila spettatori pari al 46.04%, la seconda da 5 milioni 826 mila pari al 50.61%.

«Nostalgia» di Fiorello
Niente effetti speciali. Alla seconda puntata del Sanremo di Claudio Baglioni manca l'elemento che all'esordio ha fatto la differenza, con tutte le ricadute positive del caso in termini di ascolti: Fiorello. E allora il «dittatore artistico» si affida alle gag piuttosto ingessate di Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, all'estetica retrò de Il Volo, all'amarcord di Pippo Baudo che arriva all'Ariston a festeggiare i 50 anni dalla sua prima presentazione al Festival, al duetto con Biagio Antonacci su «Mille giorni di te e di me» o a quello con Roberto Vecchioni su «Samarcanda», alle prime quattro Nuove proposte e a una selezione di dieci Big in gara.

Sting, nel segno di «Muoio per te»
Ma soprattutto Baglioni si affida a Sting, il rocker britannico domiciliato sulle colline toscane che irrompe sulle tavole dell'Ariston con la sua proverbiale eleganza e omaggia il nostro Paese con «Muoio per te», versione italiana della sua «Mad about you», il cui testo fu scritto da Zucchero. Chiuderà l'ospitata duettando con Shaggy sulle note di «Don't make me wait». In mezzo, uno scambio di battute in inglese con Pierfrancesco Favino. «Mi piace la musica del Rinascimento italiano», dice Sting che dichiara di amare «la tradizione dell'opera di Verdi e Rossini» così come pure «la musica moderna, da Zucchero a Nek». Pensiero speciale, sull'onda emotiva del ricordo, è rivolto a «Luciano Pavarotti, mio amico».

La «grandeur» di Pippo
Poi è tornato Lui ed è stato tutto un «Quando c'era Lui, caro Lei…». Emozionato, la rosa bianca di seta appuntata sullo smoking, Pippo Baudo è salito in cattedra all'Ariston e ha recitato una lettera aperta a Sanremo, raccontando la sua esperienza, lunga 13 festival, che coincide con un'ampia pagina della storia della Tv italiana. L'esordio, al teatro del Casinò, proprio 50 anni fa, con Louis Armstrong, «fui costretto a cacciarlo», ricorda Baudo, per motivi di scaletta. Poi elenca i tanti talenti scoperti, Laura Pausini, Giorgia, Eros Ramazzotti, i record di ascolto («feci il 74% con 17 milioni, ma ho l'impressione che lo batterai», dice a Claudio Baglioni), le risate con Fiorello, Benigni, il trio Marchesini-Lopez-Solenghi. E ancora le star mondiali ospitate sul palco, da Madonna a Sharon Stone, che baciò, a Whitney Houston, che fece il bis. Pubblico e orchestra lo abbracciano idealmente con una standing ovation e allora ecco rispuntare Superpippo: «Questo festival a questo punto lo presento io». Gli tocca introdurre Elio e le Storie tese: «Li ho presentati io qui, con “La terra dei cachi”. C'è pure Vessicchio, ha diretto l'orchestra a Caprera con Gairbaldi». Entra Michelle Hunziker: «Ha debuttato con me», incalza Baudo. Poi saluta: «Arrivederci all'anno prossimo».

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Il Volo e l'omaggio a Endrigo
Sempre sul versante ospiti, il teatro Ariston ha reso onore a Il Volo, vincitore del festival nel 2015, con una standing ovation dopo l'esecuzione del «Nessun Dorma» di Giacomo Puccini. «Tornare qui dopo tre anni è un'emozione, ritrovarci con una standing ovation è un grande onore. Grazie», ha detto Ignazio a nome anche dei suoi due compagni, Piero e Gianluca. Assieme a Claudio Baglioni, i tre giovani hanno poi reso onore a Sergio Endrigo con il brano «Canzone per te». Torneranno per eseguire con il dittatore artistico «La vita è adesso».

Senza grande verve le gag che il trio Baglioni-Hunziker-Favino mette in piedi. A inizio serata il direttore artistico sottolinea il record di share realizzato all'esordio. E si dice sollevato perché su Wikipedia risulta ancora «cantante e cantautore» e apre duettando con Michelle sulle note del «Pozzo dei desideri», dalla colonna sonora di «Biancaneve e i sette nani». Favino sfoggia i lustrini sullo smoking, fa l'«uomo di cultura» e gioca a leggere l'inedito di Federico Garcia Lorca che in realtà è il testo di «Despacito». E sulle note del tormentone di Luis Fonsi si scatena accompagnato da un gruppo di ballerini e da una sensuale Hunziker (fallisce, invece, il tentativo di tirar dentro anche Baglioni).

La classifica delle esibizioni
A fine serata, diffusa nuova nota con il livello di gradimento, per fasce corrispondenti ad altrettanti colori, elaborato sulla base dei giudizi espressi dalla sala stampa. Dal blu per la prestazione convincente, al giallo per quella intermedia, fino al rosso per quella insufficiente. In blu, Diodato e Roy Paci, Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico, Ron. In giallo, le Vibrazioni, Annalisa, Decibel. In rosso, Nina Zilli, Elio e le Storie Tese, Red Canzian, Renzo Rubino.
La serata si era aperta con le prime quattro esibizioni del concorso Nuove Proposte. In testa alle preferenze della giuria demoscopica (che vale per il 30%), c'è Alice Caioli, poi Lorenzo Baglioni e Giulia Casieri. Chiude Mirkoeilcane.

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