Torna Paul Klee a Milano. Dopo l'ultima grande retrospettiva a Palazzo Reale nel 1986 e la mostra in Fondazione Mazzotta nel
2007, questa volta è il Mudec, Museo delle Culture, ad ospitare una selezione di oltre cento opere del grande artista svizzero nell'esposizione intitolata “Alle origini dell'arte” e prodotta da 24Ore Cultura.
Frutto di un grande lavoro scientifico, “è una mostra che non vuole essere generalista e fiorisce al culmine di oltre dieci
anni di ricerca sulle fonti figurative di Klee - ha spiegato Michele Dantini, uno dei curatori - per ritrovare tutte le sue
conoscenze storico-artistiche, i testi su cui si era formato e che lo avevano incendiato” ha aggiunto Dantini.
Un’esposizione raffinata
Un'esposizione raffinata che vuole approfondire nel modo più completo il lavoro diKleeall'interno del fermento primitivista, che scorre per l'Europa agli inizi del XX secolo. “Spetta all'arte rendere visibile
ciò che non lo è” sosteneva il grande artista svizzero. E come sottolinea l'altra curatrice, Raffaella Resch lui “guarda all'origine
dell'arte pensando alle fonti dell'arte europea, che studia fin da ragazzo, ma guarda anche alle arti extraeuropee. Klee -
continua la Resch - è onnivoro e curioso, ma anche molto metodico. Per lui arrivare all'origine dell'arte è un lavoro da eretico,
che attinge alla preistoria del visibile - parole dello stesso Klee - e in lui l'eresia si rivela nella sua distanza dall'accademia.
Dopo averla tanto studiata, decide di fornire forme completamente nuove, come fa con la caricatura. L'artista per Klee è un
punto di congiunzione all'interno di un cosmo complesso e variegato, ma anche colui che fornisce una decodificazione della
realtà, dei linguaggi con cui la realtà può essere capita, e infine è colui che accede a quell'atteggiamento emotivo e psicologico
dell'inizio, che è visibile nelle arti extraeuropee e nell'arte dei bambini”. E a questo proposito è celebre l'affermazione
di Klee, per cui “c'è più arte nei musei etnografici e nella stanza dei bambini, che in tutte le pinacoteche del mondo”.
Mudec
In mostra al Mudec, non ci sono solo le opere astratte e policrome che lo hanno reso famoso e lo hanno fatto amare dal pubblico,
ma anche lavori meno noti del grande artista svizzero, come le incisioni grafiche giovanili in bianco e nero, le taglienti
caricature del ciclo Inventionen - con cui si apre l'esposizione - o la sua produzione con simboli e alfabeti. Cinque le sezioni
della mostra, allestita secondo un percorso che alterna chiaro e scuro in omaggio al progetto di Carlo Scarpa per la partecipazione dell'artista svizzero alla Biennale di Venezia del 1948. Ad affiancare le opere di Klee anche una selezione di preziosi manufatti etnografici della Collezione del Mudec,
Museo delle Culture, oltre ad un'originale reinvenzione del teatrino di marionette che Klee aveva costruito per il figlio
Felix.
Videoinstallazioni
Curiose anche le due video-installazioni della mostra - “Con gli occhi di Paul Klee” - che attraverso immagini e filmati storici
offrono ai visitatori spunti interessanti sul contesto culturale e sull'immaginario che può aver ispirato l'artista svizzero.
Le opere in mostra provengono da diversi importanti musei e da collezioni private europee, e dal Zentrum Paul Klee di Berna. Alcune non sono mai state viste prima in Italia, come 'Roccia artificiale', del 1927, una sorta di opera caravaggesca dove
Klee fa emergere un reticolo luminoso su un fondo nero (Kunstmuseum Thun, Donazione Victor Surbek e Marguerite Frey-Surbek)
e “Artista nomade- un Manifesto” del 1940 (in deposito permanente al Zentrum Paul Klee di Berna).
La mostra “Paul Klee . Alle origini dell'arte” è al Mudec- Museo delle Culture di Milano, fino al 3 marzo del prossimo anno.
a cura di Adriana Fracchia
© Riproduzione riservata