Quarantatré anni fa moriva Pier Paolo Pasolini, esattamente la notte tra il 1° e il 2° novembre del 1975. Il cadavere massacrato
venne ritrovato da una donna alle 6 e 30 circa sulla spiaggia dell'Idroscalo di Ostia. Sarà l'amico Ninetto Davoli a riconoscerlo.
Dell'omicidio fu incolpato Pino Pelosi di Guidonia, di diciassette anni. Nel 2016 è stata istituita una commissione parlamentare di inchiesta con l'obiettivo di ricostruire tutte le circostanza dell'omicidio, motivazioni e mandanti.
«La sua fine – disse Alberto Moravia - è stata al tempo stesso simile alla sua opera e dissimile da lui. Simile perché egli ne aveva già descritto, nella sua opera, le modalità squallide e atroci, dissimile perché egli non era uno dei suoi personaggi, bensì una figura centrale della nostra cultura, un poeta che aveva segnato un'epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile».
Per ricordarlo vi riproponiamo l’intervento di Giuseppe Lupo, scrittore e critico, su la rivista Officina. Nata infatti nel 1955 per mano di Pier Paolo Pasolini, Roberto Roversi e Francesco Leonetti, Officina e si pone subito l'obiettivo di raccontare il nuovo mondo che sta nascendo: l’Italia del boom economico, una società intrisa di benessere.
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