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Patti Smith e Jethro Tull: quando il rock suona in cattedrale

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Musica dal vivo

Patti Smith e Jethro Tull: quando il rock suona in cattedrale

Patty Smith torna in Italia (Reuters)
Patty Smith torna in Italia (Reuters)

«Chi canta prega due volte», diceva sant’Agostino. Del resto il rapporto tra musica e luoghi di culto è antico, appassionato e suggestivo: volendo mettere in fila canti gregoriani, lavori organistici di Bach e tutto quello che segue, ci si mette poco a comprendere che l’arte delle sette note deve tantissimo alla chiesa. Rock compreso. E la settimana della musica dal vivo vi offre due straordinarie occasioni per apprezzare il repertorio di grandi protagonisti della storia del rock in una piuttosto insolita «cornice ecclesiastica»: da un lato Patti Smith, icona della scena post punk americana, dall’altro Ian Anderson, leader dei Jethro Tull.

Partiamo da Patti Smith, legata all’Italia da un rapporto di amore ricambiatissimo: sempre più frequenti, negli ultimi 20 anni, le sue sortite live a queste latitudini. A un anno di distanza dall’ultimo tour sullo Stivale, torna con il progetto «Words and Music», una serie di concerti-reading in coabitazione con il fidato bassista Tony Shanahan. Uno show nel quale la lettura dei versi sarà intervallata da alcuni dei suoi brani più famosi. L’11 e il 12 dicembre si esibirà nella Cattedrale San Bartolomeo di Avezzano (l’Aquila), il 14 al Teatro Signorelli di Cortona (Arezzo), il 15 al «Rossini» di Pesaro, mentre il 16 dicembre, nell’ambito di Veneto Jazz, sarà alla Sala dei Giganti dell’Università degli Studi di Padova, in un evento organizzato in collaborazione con l’ateneo. E ancora il 17 dicembre alla Chiesa di San Giuseppe a Brescia. Non solo chiese, insomma, ma le chiese stavolta rappresentano una ribalta d’eccezione per la sua poesia a forma di musica.

Se siete appassionati di progressive, Ian Anderson non ha bisogno di presentazioni: è uno dei massimi esponenti di quel genere che, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, spinse un po’ più in là i confini del musicalmente lecito. È l’anima dei Jethro Tull e, grazie a capolavori come Stand Up, Aqualung e Thick as a Brick, fece del suo flauto traverso uno strumento rock a tutti gli effetti. Forse non tutti sanno che i Tull nel 2003 pubblicarono un loro particolarissimo Christmas Album, nel quale si cimentavano con uno dei «generi» più antichi e fortunati dell’industria discografica. Da quel progetto nasce «The Ian Anderson Christmas Show», spettacolo natalizio di cui il Menestrello del Prog è mattatore assoluto. Il 12 dicembre toccherà la Chiesa di San Salvatore a Bologna, il 13 la Basilica della Ghiara di Reggio Emilio, date già finite sold out. Con tutti i crismi del caso.

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