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Sfera Ebbasta, chi è il rapper degli eccessi che si sente una rockstar

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Sfera Ebbasta, chi è il rapper degli eccessi che si sente una rockstar

«Il rap è solo una piccola parte del piano, per me. Vorrei essere uno di quegli artisti indiscutibili, che possono piacerti o non piacerti, ma che non puoi fare a meno di rispettare, perché hanno dato voce a qualcosa di unico». Quel “qualcosa” di cui Gionata Boschetti - vero nome di Sfera Ebbasta - parla non era certo la tragedia avvenuta in una discoteca dove avrebbe dovuto esibirsi e dove sono morte sei persone.

Quel “qualcosa” ha, invece, a che fare con la voglia di riscatto e il bisogno di trasformare la frustrazione giovanile in successo planetario. E - stando ai numeri - per adesso il ragazzo (classe ’92) sembra sulla buona strada: è il primo artista italiano ad aver conquistato un posto nella top 100 mondiale di Spotify e tutte le undici canzoni del suo ultimo disco, “Rockstar”, sono finite ai primi posti della classifica italiana del servizio musicale in streaming .
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«Il mio è stato un mix di talento e fortuna», si legge nel suo libro “Zero”, in cui il trapper racconta la sua storia: il talento di dare voce alla nuova generazione di adolescenti e la fortuna di aver trovato sulla sua strada le persone giuste, come il produttore Charlie Charles.

A dispetto di quanto si pensa, il successo di Sfera non è arrivato all’improvviso: i record di “Rockstar” (uscito nel 2017) sono frutto anche del lavoro degli anni precedenti. «C’è un motivo per cui sono capitato al posto giusto e al momento giusto: pensavo a quello tutti i giorni, tutto il giorno», racconta l’artista ripercorrendo il suo percorso musicale.

E allora facciamo un salto indietro: siamo a Cinisello Balsamo, fuori Milano ma non troppo. È il 2011. Gionata non ha ancora 20 anni e ha già mollato la scuola da un pezzo. È stato bocciato in prima media («credo sia una roba rara», dirà in un’intervista), poi alle superiori lascia definitivamente lo studio (pentendosene, più tardi). Passa le giornate con gli amici e decide di mettere online su YouTube qualche canzone. Ma non succede molto, almeno all’inizio. Deve aspettare il 2014 per il primo contatto con una casa discografica, e il 2016 per pubblicare il suo primo disco.

Da lì in poi Gionata Boschetti da Cinisello - Ciny come la chiama lui - inizia la sua ascesa a suon di record di visualizzazioni e di streaming. Si sente una rockstar, fa una vita a base di eccessi, diventa l’idolo dei teenager italiani perché con le sue canzoni riesce a raccontare il disagio delle periferie di tutta la Penisola. «Il rap mi ha salvato», confessa in un’intervista, facendo intuire che se il successo non fosse arrivato, forse avrebbe preso altre strade.

Le sue canzoni sono una continua autocelebrazione di questo “avercela fatta”, essere scampato al peggio, essere scappato da Ciny (non nel senso di averla ripudiata, ma di essere riuscito ad andare oltre): soldi, droghe, auto, donne sono i protagonisti dei suoi testi, i valori su cui sui la trap (una «evoluzione del rap, ritmo rallentato e uso dei suoni elettronici», come spiega Sfera) fonda il suo credo.

Difficile per i genitori che cercano di educare i figli apprezzare le canzoni di Sfera Ebbasta, difficile per i ragazzini non essere attratti dall’immagine di questo 26enne con i denti d’oro e le pellicce fluo. Perché si tifa sempre per la squadra meno favorita, e su Gionata Boschetti da Cinisello nessuno - anni fa - avrebbe scommesso un centesimo. Se l’avesse fatto, oggi sarebbe ricco almeno quanto lui.


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