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Dossier Matera 2019: «Solo la cultura può creare una comunità»

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    Dossier | N. 16 articoli Matera 2019, capitale europea della cultura

    Matera 2019: «Solo la cultura può creare una comunità»

    Il Commisario europeo alla Cultura Tibor Navracsics (a sinistra) accanto al premier Giuseppe Conte; al centro sullo sfondo, Salvatore Adduce, presidente della Fondazione Matera-Basilicata 2019 (Ansa)
    Il Commisario europeo alla Cultura Tibor Navracsics (a sinistra) accanto al premier Giuseppe Conte; al centro sullo sfondo, Salvatore Adduce, presidente della Fondazione Matera-Basilicata 2019 (Ansa)

    Nel 2023 la Capitale europea della Cultura sarà l’ungherese Veszprém, che ha vinto la corsa con le altre concorrenti del suo Paese, ed è la città in cui è nato il commissario europeo alla Cultura, Tibor Navracsics. Il quale, in questa intervista esclusiva al Sole 24 Ore a margine delle celebrazioni per Matera 2019, racconta l’evoluzione degli ultimi anni nel processo di assegnazione del titolo.

    «Il progetto - spiega Navracsics - ha oltre trent’anni, qualche significativo cambiamento c’è stato nella selezione delle vincitrici. All’inizio la nomina veniva data a città che dessero un significativo apporto al patrimonio culturale europeo, pensiamo ad Atene o a Firenze. Ma realtà di queste proporzioni sono di per sé in grado di ottenere grandi risultati ed essere già presenti e riconosciute in Europa, per quel che riguarda i trasporti, le informazioni, gli affari; le città piccole spesso custodiscono tesori nascosti, anche dal punto di vista del contributo che possono dare alla Ue. Per questo recentemente abbiamo premiato quei luoghi che hanno l’ambizione di mettere in campo progetti capaci di renderli più coesi e consapevoli delle loro potenzialità, adottando una nuova strategia. È il motivo per cui Matera è diventata Capitale europea della Cultura: hanno pesato la volontà del progetto, il coinvolgimento delle persone e lo sforzo per realizzare qualcosa di nuovo e innovativo».

    Per il commissario è la prima volta a Matera, «ho avuto modo di vedere la città mentre arrivavo, ho notato bellissimi paesaggi e meravigliosi palazzi e non vedo l’ora di esplorarla per farmi un’idea più approfondita. A Plovdiv (la città bulgara che quest’anno condivide il titolo con Matera, ndr) sono stato l’anno scorso: è una delle più antiche in Europa, ha dimostrato di saper trasformare le sue storiche tradizioni in un’apertura verso il futuro. Inoltre si trova nel Sud est europeo, e questo è importante proprio come lo è il fatto che Matera si trovi nel Sud Italia: l’obiettivo è valorizzare queste realtà e fare in modo che diventino più famose e attraenti».

    Classe 1966, Navracsics è in carica dal 2014 e può dunque fare un bilancio della sua attività: tra i risultati che più lo soddisfano c’è l’anno europeo del patrimonio culturale, appena concluso nel 2018, «ma non vogliamo fermarci, è stata un’ottima esperienza e non deve essere un esercizio concluso. Il mio lavoro consiste soprattutto nello sviluppare politiche culturali per rafforzare l’identità europea, avvicinandole quanto più possibile alle comunità, mettendo in atto un approccio dal basso verso l’alto, ponendo l’enfasi sul livello locale, anche e soprattutto tramite i finanziamenti: per esempio “Creative Europe” nella prossima programmazione finanziaria 2021-2027 avrà un bilancio di 1,85 miliardi euro e la maggior parte di queste risorse andrà alle comunità locali. Lo scopo è costruire ponti tra le diverse realtà europee».

    Un tema importante, tanto più in questo momento storico, è quello dell’integrazione, per la quale la cultura e l’istruzione possono giocare un ruolo determinante: il commissario annuisce, spiegando che «solo la cultura può creare una comunità, un senso di appartenenza a qualcosa di più grande. La situazione - ci tiene però ad aggiungere - è migliore di quanto si possa pensare, l’abbiamo visto anche durante l’anno europeo per il patrimonio culturale in cui abbiamo scoperto, o meglio riscoperto, le tradizioni delle singole comunità. I punti di contatto, le somiglianze sono significative. E un simile mosaico di culture e tradizioni è la base della cultura europea». Il commissario consolida questo concetto sul fil rouge che attraversa molte città e culture nazionali raccontando come, ad esempio, la prima famosa immagine di Veszprém sia contenuta in un affresco nel nord Italia; inoltre il capitano del castello era Fausto Venanzio, un italiano. «Abbiamo tanto in comune, anche se la storia più recente ci ha separato. La Capitale europea della Cultura nel 2023 sarà l’occasione per riportare alla ribalta la città, sede universitaria e arcivescovile. Un piccolo tesoro, un po’ come Matera».

    Infine, dulcis in fundo, i giovani, il futuro dell’Europa. Navracsics si entusiasma, è uno dei punti cardine del suo progrmma: parla del progetto “Discover Eu”, dedicato ai 18enni europei che hanno l’opportunità di viaggiare gratuitamente in tutto il Vecchio Continente. Un’iniziativa del Parlamento partita lo scorso giugno con un budget di 12 milioni di euro: il commissario ne ha definito i contorni, sviluppandola (l’idea originaria, peraltro, si deve proprio a due ragazzi tedeschi). «Chi è interessato deve presentare un piano di viaggio, spiegando perché il progetto è meritevole di attenzione e quali sono i punti di forza. Sulla base di questo la commissione concede il finanziamento. Assieme all’Erasmus, “Discover Eu” è un pezzo fondamentale della mia attività, un contributo per rendere l’identità europea più accessibile ai giovani. Che possono così incontrare persone e realtà diverse. Viaggiare è un modo per istruirsi, fa parte del percorso di formazione di ciascuno e crea un senso di appartenenza all’Europa».

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