Questa la so. Quest’altra, invece, è uguale a quell’altra. Quella lì prende spunto da una che ha vinto tanti anni fa. Non c’è edizione di Sanremo senza polemica sui brani inediti in concorso che in realtà ricordano, nella melodia del cantato, nell’armonia o nell’arrangiamento, altri brani più o meno noti del passato. Plagi? Lungi da noi usare termini da aula di un tribunale. Parafrasando Claudio Bisio vogliamo essere «giornalisti seri», mica «odiatori professionisti». E alllora parliamo di effetto déjà vu. Che nel secondo Sanremo di Claudio Baglioni coinvolge Francesco Renga, Achille Lauro, Arisa e Negrita. Vediamo come.
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Renga tra Dalla e De Gregori
Tutti abbiamo dei modelli, alcuni di noi però se li scelgono particolarmente «alti». Tra questi c’è sicuramente Francesco Renga
che torna al festival con Aspetto che torni, solita ballad un po’ pianistica, un po’ chitarristica alla Francesco Renga. Epifanica. Nel senso che nella strofa ci è apparso
a tratti il Lucio Dalla di Cara, mentre nel ritornello abbiamo colto il bridge de La leva calcistica del ’68 di Francesco De Gregori. Dalla e De Gregori insieme. Roba da Banana Republic.
Achille Lauro, quinto Smashing Pumpkin
E smettiamola di dire che i trapper sono ignoranti! Achille Lauro, nuovo beniamino della sala stampa dell’Ariston, intellettuale
organico de questa zozza società, in Rolls Royce si mette a fare le citazioni, perdincibacco. Non proprio raffinatissime, ok, diciamo da «School of Rock» dell’obbligo: Doors,
Amy (Winehouse), Marilyn Monroe, Billy Joe (Armstrong), Hendrix (ne senso di Jimi), Elvis (Presley). Riff, suono di chitarra
e progressione armonica, invece, «citano» Tonight Tonighte 1979, entrambi pezzi degli Smashing Pumpkins estratti dall’album Mellon Collie And The Infinite Sadness. Altro che Chicago: il quinto Smashing Pumpkin viene da Serpentara.
Arisa balla con Gabbani
Qualcuno ha detto che l’armonia di Mi sento bene di Arisa ricorda quella di Comprami di Viola Valentino. Sarà. Noi abbiamo notato invece che la melodia del ritornello («Se non ci penso più/ Mi sento bene») ricorda
un po’ quella della strofa di Occidentali’s Karma(«Essere o dover essere/Il dubbio amletico») di Francesco Gabbani, prima a Sanremo 2017. Sequenza che vince non si cambia. O, al massimo, si cambia poco.
Negrita tra Nada e i Righeira
Ma quanto ci garbano i Negrita. È più forte di noi: siamo cresciuti negli anni Novanta, quando erano gli Stones del Casentino
e al militare non ci volevano andare. Con le citazioni ci hanno sempre giocato. Stavolta ci giocano sin dal titolo: I ragazzi stanno bene è la traduzione letterale di The Kids are Alright, superclassico degli Who. Anni Sessanta e Stettanta a sfare, direbbero in Toscana. Dentro al pezzo però ci cogli suggestioni italianissime. Addirittura anni Ottanta: il riff di chitarra
fa pensare al memorabile attacco della voce di Nada in Amore disperato, il fischio addirittura a L’estate sta finendo dei Righeira. Curioso? Sì e no. «Tutti i pensieri intelligenti sono già stati pensati. Occorre solo provare a ripensarli»,
diceva un certo Wolfgang Goethe. Volete che la regola non valga per le canzonette?
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