Al cafè de Flore di Parigi, Mimmo Lucano e Wim Wenders parlano fitto. Non si vedono da nove anni, dall'ultimo ciack de “Il
volo”, cortometraggio girato dal regista tedesco a Riace. Il film raccontava le vicende del piccolo comune della Locride,
decimato dallo spopolamento, trasformato in borgo dell'accoglienza dal sindaco Lucano, sospeso di recente dall'incarico con
l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina (l'unica rimasta di un impianto inizialmente ben più complesso).
Avrebbe organizzato – ma mai celebrato - matrimoni di comodo. Da ottobre ha divieto di dimora a Riace, ma nel frattempo è
diventato cittadino onorario di mezza Europa.
Mimmo Lucano e Wim Wenders alla École normale supérieure
Lucano e Wenders erano insieme a Parigi già la sera prima, nella sala Dussane della École normale supérieure dove hanno partecipato
al dibattito organizzato da Nuccio Ordine, professore di letteratura italiana dell'Università della Calabria, su “Riace e
une expérience d'accueil des migrants en Méditerranée”. Un evento che ha celebrato ancora una volta la storia del borgo calabrese,
candidato al Nobel per la Pace: dallo sbarco di un gruppo di profughi curdi, nel 1998, alla rinascita del territorio. «È stato
il vento», ripete Lucano.
«Da quale parte stanno i giusti?»
«Da quale parte stanno i giusti?», si è chiesto, aprendo il dibattito, Marc Mézard, direttore della prestigiosa università
parigina. A seguire gli interventi di Gilles Pécout, professore di Storia contemporanea all'Ens, Anne-Françoise Benhamou del
dipartimento di Storia e teoria delle arti, Marc Semo, giornalista di Le Monde, e Claudio Gabriele, produttore del cortometraggio
di Wenders. Che è stato poi proiettato, fra commozione e commenti. In sala 250 persone, per lo più professori e studenti.
Si discute di immigrazione, in chiave storica, sociale, antropologica. Si cita Pier Paolo Pasolini, Alì dagli occhi azzurri,
la sua “Profezia”. Si fa riferimento allo sgombero della baraccopoli di San Ferdinando, al caporalato che resta e alla filiera
sporca dello sfruttamento dei braccianti.
Il sequel de Il volo
I più giovani intervengono: una studentessa olandese propone di portare l'esperienza di Riace nella sua università. Una dottoranda
dell'École azzarda una domanda rituale e scivolosa: «Non ha avuto paura della ‘ndrangheta in Calabria?», chiede a Wenders.
Il regista ha la risposta pronta: «La ‘ndrangheta conosce altri sistemi per gli affari, del mio film non gliene importa niente».
E annuncia pubblicamente il sequel de “Il volo”: se nel 2010 ha documentato la storia vera del piccolo afghano Ramadullah
e della Calabria che ha riaperto le case per accogliere gli stranieri, oggi, «non appena Mimmo torna a casa racconterò la
sua straordinaria esperienza per intero».
Radio Riace International
In sala c'è quasi al completo anche lo staff di Radio Riace International, l'emittente nata con il supporto di Jack Lang,
direttore dell'Institut du Monde Arabe a Parigi, ministro della Cultura con François Mitterrand: la radio sta costruendo intorno
al borgo calabrese nuove narrazioni grazie al contributo di Daniel Martin, Marc Jacquin, Corinne Reti, Muriel Sanchez e Rosaria
Lucano, cugina del sindaco di Riace. «La gente capta l'umiltà, la semplicità e la sincerità di Mimmo. Ne comprende in profondità
il messaggio, anche i risvolti economici e le opportunità per i territori che il suo modello propone», sottolinea Rosaria
Lucano. Si chiude con una standing ovation, e Lucano che farfuglia emozionato. «Mi è sembrato di capire che in fondo abbiamo
detto tutti la stessa cosa – ha commentato – Che abbiamo tutti la stessa visione collettiva, che non siamo asettici, indifferenti.
Vogliamo una società giusta, uguale, piena di umanità».
Lucano e Wenders al Cafè de Flore
L'incontro tra Wenders e il sindaco dell'accoglienza è proseguito la mattina dopo, su boulevard Saint Germain, nel locale che fu ritrovo di Jean-Paul Sartre, Emil Cioran, Simone de Beauvoir. Sul tavolino, un bicchiere di latte, un caffè e il taccuino del regista. Lucano ricostruisce la sua vita e quella della sua famiglia. Storia di emigrazioni, dalla Calabria a Buenos Aires. Dello zio prete che a Riace celebrava matrimoni per procura, di suo nonno, postino, che un giorno consegnò alle zie Emila e Mafalda, ancora nubili, le foto di due giovani uomini di origini italiane, residenti nella città argentina.
Cercavano moglie. Suo cugino Damian, che vive a Buenos Aires, sta documentando tutto di quei tempi, fino al 1992, quando il
vescovo della città era Francesco Bergoglio e la comunità riacese lo coinvolgeva per la festa dei patroni, i Santi medici
Cosma e Damiano. Wenders trascrive ogni parola, anche mentre Mimmo ride: «Che strana combinazione - esclama ironico Lucano
- in fondo anch'io ho avuto a che fare con le stesse cose della mia famiglia. Per combinare un matrimonio, solo con l'intenzione,
avrei favoreggiato l'immigrazione clandestina». Il regista gli promette che a breve tornerà, anche prima del suo viaggio in
Cina se le cose con la giustizia si risolveranno presto. È il suo sogno, perché «qualcosa a Riace è rimasto in sospeso».
Si è fatto tardi per gli altri impegni: Lucano si precipita in aeroporto. Jack Lang e la sindaca di Parigi Ana María Hidalgo
organizzano un nuovo appuntamento.
Musica per Riace
Intanto, la vasta comunità internazionale che sostiene Mimmo Lucano, insieme alla fondazione “È stato il vento”, costituita
un mese fa per rilanciare Riace, si muove intorno al borgo dell'accoglienza. Il prossimo evento, ancora da definire nei particolari,
è previsto per aprile. Il trait d'union sarà la musica. Partecipano Roberto Vecchioni, Danilo Sacco, Fiorella Mannoia, Carmen
Consoli, Daniele Silvestri, Max Gazzé, Brunori Sas.
© Riproduzione riservata