Gli effetti del decreto sicurezza, convertito in legge dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e delle politiche migratorie del Governo lasciano già il segno in Calabria, regione emblematica in fatto di immigrazione e di accoglienza, con 136 comuni inseriti nella rete del sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: 3.726 i beneficiari, il 10% di quelli nazionali. Quasi 4.000 gli ospiti dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria), compresi quelli dell'ex Cara di Isola Capo Rizzuto (Crotone), il più grande centro per richiedenti asilo d'Europa.
Wim Wenders torna a Riace
Il regista tedesco Wim Wenders, che nel 2010 ha dedicato all'esperienza di Riace e al sindaco dell'accoglienza il docufilm
“Il Volo”, ha annunciato con una telefonata all’ex primo cittadino Mimmo Lucano, ora sotto inchiesta, che tornerà nella Locride
per il sequel dell'opera: un'intervista a lui, a Papa Francesco e a Ramadullah, il bambino afghano che faceva volare gli aquiloni
a Riace.
Nel rogo di San Ferdinando
Mentre in quel che resta dello Sprar di Gioiosa Ionica (50 ospiti di cui entro marzo si prevede l’uscita) si organizza il
trasferimento in Gambia della salma di Suruwa Jaith, 18 anni, morto l'altra notte nel rogo della tendopoli di San Ferdinando
(la procura di Palmi valuta l'ipotesi dell'incendio doloso), altrove nella regione si tamponano le emergenze.
Surawa, Becky e Soumayla
Surawa farà ritorno nel suo paese. Così ha chiesto il fratello arrivato da Catania per il riconoscimento del corpo. Le fiamme
non gli hanno dato scampo. Come a Becky Moses, la giovane donna nigeriana che aveva lasciato Riace perché non ammessa allo
Sprar, morta carbonizzata nella baraccopoli di San Ferdinando meno di un anno fa. Poco distante da lì è stato ucciso a colpi
di fucile il sindacalista maliano Soumayla Sacko. Cercava lamiere per costruire una baracca più sicura nel ghetto della Piana
di Gioia Tauro. Era giugno di quest'anno.
Le espulsioni dal Cara di Isola Capo Rizzuto
Dal Cara di Isola Capo Rizzuto sono state espulsi 24 stranieri con permesso di soggiorno umanitario che però non possono più
beneficiare del diritto d'accoglienza nel sistema Sprar. Per una giovane coppia (lei nigeriana, lui ghanese) con una bambina
di cinque mesi, si sono aperte provvisoriamente le porte della Croce Rossa: la famiglia dorme in una parrocchia. Per gli altri
si sono attivate la Caritas e le associazioni del territorio. Si calcola che nel giro di pochi giorni gli espulsi possano
diventare 200. Almeno mille da tutti gli Sprar della Calabria.
I trasferimenti da Riace
Riace torna un paese fantasma: il trasferimento degli ospiti del borgo dell'accoglienza è cominciato da settimane, prima ancora che si potessero toccare con mano gli esiti del decreto sicurezza. Lo ha disposto il Viminale per “palesi irregolarità” nella gestione dello Sprar. Una vicenda che è costata al sindaco Mimmo Lucano, accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti, la sospensione dall'incarico e il divieto di dimora a Riace. I residenti sono spaventati dal vuoto che lasciano le famiglie e i bambini che giocavano nella piazzetta del “villaggio globale”. Chiuso l'asilo, la scuola elementare, le botteghe artigiane. Nella fattoria didattica restano solo gli asinelli utilizzati per la raccolta differenziata nel centro storico (ora affidata a una cooperativa di Lamezia).
Mimmo Lucano: Riace può accogliere gli espulsi
Sono andati via in 70, è rimasto chi non aveva prospettive. E chi ancora crede nel progetto Riace. «Il Comune aspetta il saldo
per i servizi erogati e mai contestati nel 2017 e nel 2018 da Prefettura e Ministero», spiega l'assessora ai Lavori Pubblici
Maria Spanò che segue da vicino l'evolversi della situazione.
Mimmo Lucano non trova pace. E dai suoi mille esili, dal Nord al Sud dell'Italia, dove riempie le piazze, riceve premi e cittadinanze
onorarie (a Roma il 20 parteciperà alla cerimonia per la candidatura di Riace a premio Nobel per la Pace) si tormenta per
la sorte di Surawa. E pensa a come risolvere il problema degli espulsi dal Cara di Isola Capo Rizzuto: «A Riace sono disponibili
più di 60 immobili. Riace ha bisogno della presenza degli esseri umani. Ok, non posso prendere decisioni io, ma le associazioni
che operano sul territorio, sanno che a Riace c'è posto e che si può ripartire. Senza Sprar né altri programmi del ministero».
Il ricorso alle motivazioni del Riesame
Gli avvocati di Lucano, Andrea D'Acqua e Antonio Mazzone, hanno presentato ricorso in Cassazione alle motivazioni del tribunale
del Riesame di Reggio Calabria, lo stesso che ha ridotto la misura cautelare del sindaco sospeso dai domiciliari alla libertà
con divieto di dimora. Ribadiscono l'estraneità del loro assistito alle accuse contenute nel provvedimento. In cui si legge
che Lucano “non può gestire la cosa pubblica né il denaro pubblico” perché “in nome di principi umanitari e di diritti costituzionalmente
garantiti viola la legge con naturalezza e spregiudicatezza allarmanti”. «L'ordinanza attribuisce alla difesa di Domenico
Lucano cose mai dette», scrivono in una nota. «Si vuole delegittimare a ogni costo una storia politica e umana che ribalta
il teorema dell'accoglienza come dramma sociale», dichiara l'ex sindaco.
Oliverio: Smantellare la tendopoli
Il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio chiede al ministro dell'Interno Matteo Salvini che «si assumano immediate
iniziative degne di un paese civile. A cominciare dallo smantellamento della tendopoli della morte che semina vittime innocenti
mentre viene assurdamente sancita la fine dei progetti Sprar e liquidata una esperienza come quella di Riace». Giovanni Maiolo,
presidente di Recosol, la Rete dei comuni solidali che in Calabria gestisce lo Sprar di Gioiosa Jonica e di Cinquefrondi in
provincia di Reggio Calabria, guarda in prospettiva e dice: «Il decreto sicurezza distrugge il sistema di protezione per richiedenti
asilo e rifugiati per favorire solo la prima accoglienza, i grandi centri, quelli che sull'immigrazione potranno lucrare,
creando forti tensioni sociali. Altro che sicurezza!».
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