Niente trucchi: solo una grande voce black e una prodigiosa chitarra semiacustica. Ossia quelli che da buoni 40 anni sono gli ingredienti dell’esplosivo mix Tuck & Patti, duo statunitense che con l’esordio di Tears of Joy (1988) conquistò il rispetto degli appassionati di jazz, lo stupore dei chitarristi e l’attenzione delle radio pop che, grazie alla cover di Time After Time di Cyndy Lauper, all’improvviso si accorsero di loro. Vederli dal vivo è sempre un’esperienza, ecco perché mettiamo il loro mini-tour italiano al centro della settimana della musica dal vivo.
Il tandem voce-chitarra
Venerdì 31 maggio doppio live act al Blue Note di Milano, poi li rivedremo al Parco Villa Frova di Caneva, in Friuli, per
il Caneva Music Festival (8 giugno) e ancora a Pisa, in piazza dei Cavalieri (7 luglio). La formula è nota: le origini folk,
gospel e rhythm’n’blues di Patti si uniscono alla formazione jazzistica di Tuck. La voce da contralto vibrante, l’improvvisazione
scat di lei si fondono con il virtuosismo chitarristico di lui che riesce a eseguire contemporaneamente gli accordi, la linea
di basso e la melodia. Una rara complementarietà tra voce e chitarra si traduce in unione armoniosa, raffinata e minimalista,
musicalmente eclettica e trasversale, dove Patti scrive e «arrangia» e Tuck è l’orchestra. Un messaggio d’amore e di gioia
che ispira anche l’ultimo disco I Remember You (2008) che contiene i grandi standard del ricchissimo repertorio americano, con un esplicito riferimento alla storica coppia
chitarra/voce per eccellenza, Ella Fitzgerald e Joe Pass.
Da Frisco con furore
Tuck Andress è nato in Oklahoma dove ha cominciato a imparare da solo la chitarra: «Ho preso lezioni, ma è da solo che ho
imparato di più, suonando con altri musicisti, imparando pezzi a partire da dischi, con tanto esercizio e sperimentazione.
Presto la mia chitarra e io siamo diventati inseparabili». Più avanti, Tuck studia la chitarra classica presso la Stanford
University. «Durante questo periodo ho studiato Wes Montgomery, George Benson, Jimi Hendrix e John McLaughlin. Ascoltavo ogni
album di jazz che mi capitava tra le mani, in particolari quelli di Miles Davis». Patti Cathcart è nata a San Francisco e
a sei anni sapeva già che sarebbe sempre stata una cantante: «Sin dall’inizio ho ascoltato tutti i generi musicali: Gospel,
classical, jazz, soul, folk, blues, rock, country, e musiche di altre culture». Proprio in quel di Frisco i due si sono incontrati
nel 1978, quando si ritrovarono a suonare nella stessa una band.
Therapy? degli anni Novanta
Se siete cresciuti musicalmente negli anni Novanta, vi farà piacere apprendere che al Centro Sportivo Mercato Saraceno di
Forlì e Cesena, per il «Big Fish Day» l’1 giugno ci sarà un concerto gratuito dei Therapy?, band alternative rock dell’Irlanda
del Nord che in quel decennio fece cose discrete, infilando dischi come Troublegum (1994) e Suicide Pact - You First (1999). L’anno scorso hanno rotto un silenzio discografico di tre anni pubblicando Cleave, loro 19esimo album, mentre a febbraio si sono ri-affacciati alle nostre latitudini con le date di Milano e Padova.
Il ritorno del «Meeting del Mare»
In ultimo, a Marina di Camerota (Salerno) torna l’appuntamento con il «Meeting del Mare», festival ideato e diretto da don
Gianni Citro che anticipa la stagione dei grandi raduni open air italiani. Tre gli headliner, uno per ogni giornata del festival,
con uno sguardo attento alla scena italiana contemporanea. Venerdì 31 maggio, Franco126 reduce dalla pubblicazione del suo
disco d’esordio come solista, Stanza singola. Sabato 1 giugno, ci sono i Planet Funk: nei primi anni 2000 hanno rivoluzionato la scena elettronica e dance in Italia con
brani come Inside All the People, Who Said e The Switch. Adesso ritornano per festeggiare 20 anni di carriera con All On Me, nuovo brano che anticipa l’uscita del prossimo album d’inediti. Domenica 2 giugno, Motta: due dischi, La fine dei vent’anni e Vivere o Morire, vari singoli di successo alle spalle e prestigiosi riconoscimenti - dalla Targa Tenco al Premio Fabrizio De André - fanno
dell’artista toscano uno dei nomi più celebrati della scena cantautorale italiana.
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