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Leonardo, una vita di disegni

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Leonardo, una vita di disegni

Credit: Royal Collection Trust / (c) Her Majesty Queen Elizabeth II 2019
Credit: Royal Collection Trust / (c) Her Majesty Queen Elizabeth II 2019

Non si può dire che Leonardo venga trascurato quest'anno: il cinquecentesimo anniversario della morte del poliedrico artista è celebrata con convegni, eventi, libri e mostre in Italia e all'estero. La mostra alla Queen's Gallery a Buckingham Palace però non ha eguali.
La Regina Elisabetta II ha ereditato un tesoro, che si può vedere nella prima sala della mostra “Leonardo da Vinci: A life in Drawing”.

È il volume rilegato in pelle nel quale lo scultore Pompeo Leoni nel 1570 aveva raccolto i circa 550 disegni di Leonardo acquistati alla morte di Francesco Melzi, l'allievo preferito di Leonardo al quale l'artista li aveva lasciati e che li aveva conservati tutta la vita. Un nobile inglese, l'Earl of Arundel, aveva poi acquistato il volume e il nipote nel 1670 lo aveva donato a Re Carlo II.

Da allora i disegni sono rimasti nella collezione reale. Nel secolo scorso sono stati tolti dall'album di Leoni per essere meglio protetti e conservati. Vengono esposti molto di rado. Per celebrare questo anniversario speciale per la prima volta sono in mostra oltre duecento disegni, selezionati dal responsabile della collezione reale, Martin Clayton.

“I disegni erano il laboratorio degli esperimenti di Leonardo -, spiega Clayton -. Dato che così tante delle opere che ha progettato non sono state mai realizzate, questi disegni sono il modo migliore che abbiamo per entrare nella sua straordinaria mente e seguire l'evoluzione del suo pensiero”.
Come indica il titolo della mostra questi sono i disegni di tutta una vita, che rivelano l'incredibile varietà di interessi e l'occhio scrutatore di Leonardo, che spazia dall'architettura all'anatomia, dalla cartografia all'ingegneria, dalla botanica alla geologia. Sono esposti in ordine cronologico, seguendo la vita peripatetica dell'artista da Firenze a Milano, il suo ritorno a Firenze, il periodo romano e poi gli anni finali in Francia.

Ci sono dettagliati disegni anatomici di esseri umani ma anche di cavalli, orsi e uccelli. Ci sono draghi fantastici e bambini grassocci, vecchi grotteschi e giovani muscolosi, torrenti turbinosi e mappe geografiche, visi di fanciulla e studi di mani, costumi per balli in maschera e cappelli piumati, cannoni e catapulte, rocce e nuvole, macchine osservate e inventate, piante e fiori. C'è tutto l'universo che Leonardo voleva studiare, esaminare e comprendere.

Alcuni disegni sono l'unica testimonianza rimasta di capolavori perduti o mai realizzati. I possenti schizzi preparatori per la Battaglia di Anghiari, i delicati disegni per Leda e il cigno, i dettagliati progetti per il monumento equestre di Francesco Sforza. Il personaggio da celebrare è relegato in secondo piano: Leonardo era palesemente più interessato al cavallo, elegante creatura che lo aveva affascinato fin da quando era un giovane apprendista nella bottega di Verrocchio. Il modello per il monumento fu distrutto dalle forze francesi che occuparono Milano.

I disegni preparatori per l'Ultima cena rivelano come è nata l'opera di Santa Maria delle Grazie, i dettagli della composizione e l'intensità dell'emozione espressa da ogni apostolo all'annuncio fatto da Cristo. Hanno una vivacità e immediatezza che lascia immaginare come fosse l'affresco ora danneggiato dal tempo.

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