Alla Scala di Milano finisce l’epoca Pereira. La decisione è presa, anche se l’ufficializzazione arriverà solo alla prossima riunione del cda, il prossimo 28 giugno, con il nome del futuro sovrintendente, quando dovrebbero essere definiti anche i tempi e i modi della successione. Il nome con tutta probabilità sarà quello del francese Dominique Meyer, in arrivo già dal prossimo febbraio dall’Opera di Vienna. L’intesa su Meyer è stata raggiunta questa mattina durante il cda della Fondazione lirica, anche se al termine della riunione il sindaco della città, nonché presidente della Fondazione, Giuseppe Sala, non ha voluto dire ufficialmente i l nome.
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«Abbiamo trovato consenso sul nome. La prima cosa che farò adesso è chiamarlo e incontrarlo», ha detto Sala, senza specificare di chi si tratti, rimandando l’ufficializzazione alla riunione del 28 giugno. Ha confermato però che «non sarà Alexander Pereira». Il contratto del nuovo sovrintendente partirà dal febbraio 2020, quando scadrà il mandato di Pereira. Resta da vedere se il manager austriaco resterà per qualche tempo in affiancamento con il suo successore, magari fino alla fine del 2020.
Questa sarebbe la scelta perseguita dal sindaco e, probabilmente, anche dallo stesso Meyer, entrambi favorevoli a un passaggio di consegne “morbido”. Ma è probabile che sarà Pereira per primo a rifiutarsi di restare per qualche mese in un contesto di convivenza. La sua proposta, infatti, sostenuta anche dal direttore musicale Riccardo Chailly, era una proroga fino al 2022, ovvero allo scadere del contratto di Chailly e della programmazione concordata assieme.
Ipotesi che, sebbene non vedesse d’accordo tutto il cda, era data per probabile fino allo scorso marzo, prima cioè che scoppiasse l’«affaire» Arabia Saudita. L’ipotesi di un ingresso del governo arabo nel cda della Fondazione, gestita direttamente dal sovrintendente senza consultare il cda (o quantomeno, questa era l’accusa mossagli dai membri dle board), aveva infatti suscitato diverse polemiche nei confronti di Pereira e del suo modus operandi, facendo cadere la possibilità di una sua permanenza alla guida del teatro.
Nei prossimi giorni il cda dovrà trovare una quadra tra le esigenze di entrambi i sovrintendenti – uscente ed entrante – e decidere la scadenza del mandato di pereira. Il quale, nei giorni scorsi, ha rivendicato i risultati raggiunti in questi cinque anni alla guida del Piermarini. Una stagione più ricca di eventi (cosa che, in realtà, ha attirato le critiche di parte del cda) e, soprattutto, un deciso aumento dei contributi provenienti da sponsor e partner privati: in tutto, 58,8 milioni di euro. Altra nota a suo merito, il buon rapporto instaurato in questi anni con le rappresentanze sindacali del teatro, tanto che lunedì la Cgil aveva scritto un comunicato in cui chiedeva di confermare «il modello produttivo virtuoso» della Scala, rivendicando quanto fatto negli ultimi anni. Un riconoscimento dunque al sovrintendente Alexander Pereira, pur senza citarlo, che ha portato l’aumento delle alzate di sipario, il rinnovo del contratto, l’apertura alla città della Scala, gli spettacoli per bambini e l’aumento dei fondi privati.
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