Notizie EuropaL'effetto contagio colpisce rublo e bond russi
L'effetto contagio colpisce rublo e bond russi
di Gianluca Di Donfrancesco | 22 febbraio 2014
Non è una Russia in perfette condizioni di salute quella che promette 15 miliardi di dollari per il salvataggio dell'Ucraina e che minaccia guerra per la Crimea. Tutt'altro. L'anno scorso, la crescita economica si è arenata all'1,5%, meno della metà rispetto al 2012 e molto lontano dai tassi medi del 7% registrati nei dieci anni successivi al default del 1998. Ora, la crisi di Kiev rischia di rallentare ancora di più un'espansione che non supererà il 2% quest'anno, secondo le recenti previsioni del Fondo monetario internazionale.
Troppo piccola per mandare in bancarotta la nona economia più grande del mondo, l'Ucraina è comunque il quarto partner commerciale della Russia e sul suo territorio passa il gasdotto attraverso il quale transita oltre la metà del metano venduto da Gazprom all'Europa.
Se le monete della regione finora stanno reggendo l'urto della crisi politica (il fiorino ungherese è in flessione da due anni anche per precisa volontà di Budapest), il rublo ha perso l'1,7% questa settimana. Il calo da inizio anno si appesantisce così all'8,1%, facendo della moneta russa la peggiore tra quelle dei mercati così detti emergenti, fatta eccezione per il peso argentino. Peggio anche della lira turca, al centro della grave crisi valutaria di inizio anno e nonostante la Banca centrale sia intervenuta sul mercato per frenare la flessione del rublo. Al 7 febbraio, le riserve valutarie in cassaforte erano scese a 490 miliardi di dollari (erano 524 a ottobre). All'inizio del mese, il viceministro dell'Economia, Anfrey Klepach, aveva fatto sapere che l'esodo di capitali dalla Russia potrebbe raggiungere quota 35 miliardi di dollari nel primo trimestre dell'anno, oltre la metà dei 63 miliardi che hanno abbandonato il Paese in tutto il 2013.
Il coinvolgimento nella crisi ha accelerato la fuga dal rublo, come dimostra il fallimento dell'asta di titoli di Stato del 19 febbraio, la terza emissione cancellata in quattro settimane. Come risultato, i rendimenti sui titoli decennali viaggiano sopra l'8,5 per cento.
Il crollo delle quotazioni dei bond ucraini sta già scavando una perdita nei conti russi, deprezzando i titoli a due anni acquistati a dicembre, nel primo intervento a favore del Governo Yanukovich, con una tranche da tre miliardi di dollari. Alla bolletta dovrebbero aggiungersi gli altri 12 miliardi promessi per dissuadere l'alleato dal firmare il trattato di associazione con l'Unione europea. Pacchetto che, secondo gli analisti, potrebbe non bastare e quindi richiedere interventi successivi fino a lievitare anche fino a 50 miliardi. A tutto questo vanno sommati i 43 miliardi sborsati - rispetto ai 12 stimati - per fare dei Giochi invernali di Sochi la vetrina della potenza russa. Un lussuoso show, allestito anche per promuovere la Russia come destinazione per gli investimenti internazionali. La costosa operazione di marketing è già stata però oscurata dal coinvolgimento nel caos di Kiev.
Secondo Morgan Stanley, gli investitori starebbero scaricando il rublo per coprirsi dalle perdite sugli asset in Ucraina. La Borsa ha perso l'1,5% quest'anno e l'indice Micex viaggia a 5,3 volte gli utili attesi per i prossimi 12 mesi, circa la metà dei prezzi che gli operatori sono disposti a pagare per le azioni dell'indice Msci dei mercati emergenti.
Raggiunto dalla Bloomberg, Vladimir Bragin, di Alfa Capital a Mosca, prova a spiegare cosa passa per la testa degli investitori: «Da un punto di vista psicologico, i disordini in Ucraina penalizzano la percezione della Russia: la prima reazione è di vendere Russia e tagliare i rischi». Preoccupazioni che Mosca non può permettersi di ignorare. Ieri, intanto, ha deciso di sospendere la seconda tranche di aiuti (due miliardi) «nel timore che la somma non possa essere restituita», come ha annunciato il ministro delle Finanze Anton Siluanov.