Notizie EuropaLa Crimea «pronta a una separazione»
La Crimea «pronta a una separazione»
di A.S. | 21 febbraio 2014
«Questa non è una rivoluzione - spiegano da Kiev -. La protesta in Ucraina è il risultato di diverse componenti: un conflitto generazionale, tra i giovani di oggi e chi invece ha vissuto gli anni sovietici, e uno confronto etnico, quasi jugoslavo, tra l'Est e l'Ovest del Paese». «Gloria all'Ucraina», gridano i dimostranti sul Maidan, il centro della protesta a Kiev. Ma mentre nelle regioni occidentali il Parlamento locale di Leopoli - Lviv per gli ucraini - proclama la propria autonomia politica, e invece a Sud la Crimea si dice pronta a lasciare il Paese, questi mesi di rivolta stanno scavando un solco geografico sempre più profondo nel Paese.
«C'è la concreta possibilità che l'Ucraina finisca in pezzi», e in questo caso la penisola - dove Mosca mantiene a Sebastopoli la base della Flotta del mar Nero - sarebbe pronta a lasciare. Lo ha detto ieri Vladimir Kostantinov, presidente della Rada, il parlamento locale di Crimea.
Ma anche una separazione ha un significato molto diverso per le due diverse anime del Paese: le regioni occidentali guardano all'Europa, e sono infatti le più vicine ai dimostranti delle strade di Kiev. Sempre più numerose, sulla scia di Leopoli, le città in cui le sedi delle amministrazioni locali e delle forze dell'ordine vengono prese d'assalto dai manifestanti.
Dall'altra parte della cartina geografica, a Est e a Sud invece le province ucraine sono le più vicine alla Russia, dal punto di vista linguistico ed economico. Sono la base industriale del Paese da cui provengono il presidente Viktor Yanukovich e gli oligarchi che lo appoggiano. A Mosca potrebbe così piacere un'idea lanciata da Serghej Glazjev, consigliere del Cremlino: la trasformazione dell'Ucraina in una federazione che affidi più poteri alle regioni. Quelle orientali li potrebbero usare, per cominciare, per aderire all'Unione doganale con la Russia.