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In cosa credono e in cosa non credono i keynesiani

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Global view

In cosa credono e in cosa non credono i keynesiani

Gli attacchi contro gli economisti keynesiani, e contro di me in particolare, fanno leva solitamente su una sfilza di argomenti inventati, che prendono di mire cose che quelli come me avrebbero predetto o affermato, anche se non hanno nulla a che vedere con quello che abbiamo detto nella realtà. Ma forse abbiamo il demerito (quantomeno io) di aver trascurato di fornire una semplice spiegazione degli elementi di base della visione keynesiana. Non parlo dei modelli, parlo delle implicazioni di politica economica.

E allora eccovi un tentativo di riassumere brevemente in quattro punti la posizione keynesiana, seguito da un campione delle tesi infondate più diffuse. 1. Le economie a volte producono molto meno di quanto potrebbero (e danno lavoro a molte meno persone di quanto dovrebbero), semplicemente perché non si spende abbastanza. Può succedere per diversi motivi: il problema è come rispondere. 2. Di regola, ci sono forze che tendono a riportare l'economia verso la piena occupazione. Ma queste forze agiscono lentamente. Scegliere di non fare niente per un'economia depressa significa accettare senza alcuna necessità un lungo periodo di patimenti.

3. Spesso è possibile abbreviare drasticamente questo periodo di sofferenze e ridurre enormemente i costi umani e finanziari «stampando moneta», cioè usando il potere della Banca centrale di creare moneta per spingere in basso i tassi di interesse. 4. A volte, però, la politica monetaria perde efficacia, specie quando i tassi sono prossimi allo zero. In quel caso, una fase temporanea di spesa in disavanzo può dare una spinta utile all'economia. Inversamente, politiche di austerity in un'economia depressa possono produrre grossi danni.

Vi sembra una dottrina complicata e involuta? A me no, e le implicazioni di politica economica per il mondo in cui viviamo dal 2008 a oggi mi sembrano molto chiare: un'espansione aggressiva della massa monetaria unita a stimoli di bilancio finché l'efficacia della politica monetaria è limitata dallo zero lower bound. Ma nella mente dei nostri contestatori succedono cose strane, e continuiamo a vedere gente che sostiene cose come queste, a proposito delle teorie keynesiane:

A. Qualsiasi ripresa economica, anche se lenta e tardiva, dimostra che le teorie keynesiane sono sbagliate. Per smentire questa tesi rimando al punto 2.

B. I keynesiani sono convinti che stampare moneta risolva tutti i problemi. Tornate al punto 3: stampare moneta può risolvere il problema specifico di un'economia che opera nettamente al di sotto delle proprie capacità. Nessuno ha mai detto che stampare moneta possa evocare per magia un aumento di produttività o curare il raffreddore.

C. I keynesiani sono favorevoli alla spesa in disavanzo in qualsiasi condizione. Come ho detto nel punto 4, le condizioni per invocare stimoli di bilancio sono piuttosto restrittive: si dev'essere in presenza di un'economia depressa e di una politica monetaria pesantemente limitata nella sua efficacia; insomma, il mondo in cui abbiamo vissuto negli ultimi anni. Non mi illudo che questa spiegazione possa dissuadere i soliti sospetti dal ripetere le solite falsità. Ma forse aiuterà gli altri a replicare più efficacemente.
(Traduzione di Fabio Galimberti)

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