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Riportare in vita la riforma Glass-Steagall

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Riportare in vita la riforma Glass-Steagall

WASHINGTON, DC – Un importante cambiamento nella politica americana ha avuto luogo. Tutti e tre i restanti candidati democratici alle presidenziali sono ora concordi sul fatto che la situazione attuale del settore finanziario non è soddisfacente e che c'è bisogno di un maggiore cambiamento. Il Presidente Barack Obama ha a lungo creduto che la riforma finanziaria Dodd-Frank del 2010 avesse portato sufficiente innovazione. L'ex Segretario di Stato Hillary Clinton, il Senatore Bernie Sanders e l'ex Governatore Martin O'Malley vogliono fare ancora di più.

I tre principali candidati democratici non sono d'accordo, tuttavia, sul fatto che dovrebbe essere emanata una legge volta a erigere nuovamente un muro tra il business piuttosto noioso delle banche commerciali e le altre forme di finanziamento (come emissione e negoziazione di titoli, comunemente conosciuto come banche di investimento).
Tale problema viene a volte chiamato “reintegrazione del Glass-Steagall”, un riferimento alla riforma adottata durante la Depressione – la legge bancaria del 1933 – che ha introdotto una separazione tra banche commerciali e banche di investimento. Si tratta di una denominazione sbagliata: la proposta bipartisan più credibile assume un approccio molto moderno per distinguere e rendere più trasparente i diversi tipi di attività finanziarie. Sanders e O'Malley sono a favore di questa idea generale; Clinton non ancora.

Ci sono tre principali argomentazioni contro una versione moderna del Glass-Steagall. Nessuna è convincente.
Primo, alcuni illustri ex funzionari sostengono che non tutte le società finanziarie che sono entrate in crisi nel 2008 avevano un sistema integrato di operazioni bancarie commerciali-di investimento. Ad esempio Lehman Brothers era una banca di investimenti indipendente e Aig una società di assicurazioni.
Tale argomentazione è, nel migliore dei casi, irrilevante. Ciò che è accaduto “l'ultima volta” raramente può essere considerato un buon esempio per combattere battaglie o anticipare crisi finanziarie future. Il mondo va avanti, in termini di tecnologia e rischi. Di conseguenza dobbiamo adattare il nostro modo di pensare.

Nel peggiore dei casi, l'argomentazione è semplicemente sbagliata. Alcune delle più grandi minacce nel 2008 sono state create dalle banche – come Citigroup – in base alla convinzione che integrare banche commerciali e di investimento avrebbe portato stabilità e servizi migliori. Sandy Weill, pioniere di Citigroup, si pente di quella costruzione – e si pente di aver insistito per abrogare il Glass-Steagall. (Come James Kwak e io abbiamo sostenuto nel nostro libro 13 Bankers, ciò che interessava davvero era il processo di deregolamentazione bipartisan durato decenni, per cui la fine del Glass-Steagall era un simbolo evidente).
Secondo, i principali rappresentanti delle grandi banche sostengono che la situazione è cambiata molto dal 2008 – e che le grandi banche sono diventate molto più sicure. Sfortunatamente si tratta di una eccessiva esagerazione.

Garantire la stabilità del sistema finanziario è un'impresa molteplice - abbastanza complessa per consentire a molte persone diligenti di mantenere il loro lavoro. Tuttavia si riduce a questo: quanto patrimonio degli azionisti che partecipa alle perdite è sul bilancio delle maggiori società finanziarie?
Nel periodo precedente la crisi del 2008, circa il 4% del patrimonio delle maggiori banche statunitensi era rappresentato dai loro asset. Ciò non era sufficiente per resistere alla tempesta. (Qui sto usando il patrimonio netto tangibile relativo agli asset tangibili, come raccomandato da Tom Hoenig, Vice Presidente della Federal Deposit Insurance Corporation, e fonte di ispirazione su questi temi).
Ora, secondo i migliori calcoli possibili, le megabanche che sono sopravvissute hanno in media circa il 5% del patrimonio netto relativo agli asset totali – vale a dire che gli asset sono per il 95% finanziati tramite il debito. È il più grande e profondo cambiamento che si mostrerà sufficiente durante il ciclo del credito? No, non lo è.

Infine alcuni osservatori –anche se relativamente pochi a questo punto – sostengono che le maggiori banche hanno migliorato moltissimo i loro sistemi di controllo e di compliance e che la cattiva gestione del rischio su scala sistematicamente significativa non è più possible.
Tale punto di vista non è plausibile. Prendiamo tutti i casi di riciclaggio di denaro sporco e di aumento delle sanzioni (con prove a sfavore di Credit Agricole la scorsa settimana, Deutsche Bank questa settimana e quasi tutte le principali banche internazionali negli ultimi anni).

Ciò è l'equivalente di un mancato incidente nel settore dell'aviazione. Se gli Stati Uniti avessero l'equivalente del National Transportation Safety Board per la finanza, riceverebbero report pubblici dettagliati su cosa esattamente – ancora dopo tutti questi anni – sta andando storto. Purtroppo, quello che abbiamo oggi è un patteggiamento nel quale tutti gli aspetti rilevanti sono tenuti segreti. Le autorità di regolamentazione e le forze dell'ordine ci stanno trascinando in basso –mettendo a rischio la sicurezza del sistema finanziario – regolarmente.
La migliore argomentazione per una moderna legge Glass-Steagall è la più semplice. Dovremmo pretendere un patrimonio degli azionisti che partecipa molto di più alle perdite. E, per rafforzare ciò, dovremmo voler rendere le maggiori banche più semplici e trasparenti, con “forti firewall strutturali” come Dennis Kelleher, di Better Markets, sostiene.

Naturalmente, in quel contesto, dovremmo garantire che le varie attività da parte di “banche ombra” (strutture che operano con caratteristiche simili alle banche, come ha fatto Lehman Brothers) siano regolate in maniera adeguata.
Dare supporto alla normativa al fine di semplificare le maggiori banche rafforzerebbe di gran lunga il potere di quelle autorità di regolamentazione che vogliono richiedere più patrimonio degli azionisti e regole migliori per le banche ombre. Tali politiche sono complementari, non sostituti.

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