
La reazione dei mercati all’attesa conferenza stampa di Mario Draghi sul Qe è stata da manuale. La speculazione, poco prima dell’annuncio, ha spinto verso l’alto i listini. Poi, sulle parole dell’Eurogovernatore, c’è stato il classico balzo verso l’alto delle Borse. Piazza Affari, ad esempio, è arrivata a guadagnare il 2,7%. Poi ha chiuso in rialzo del 2,44%. Un valore positivo, va detto, trasversale a tutti i principali listini del vecchio continente. (Guarda i titoli del Ftse Mib). Molto bene anche Wall Street, con il Dow Jones che sale dell'1,50%, il Nasdaq dell'1,78% e lo S&P 500 dell'1,5%.
L’euro, dal canto suo, è caduto sotto 1,14 verso il dollaro. Lo spread BTp - Bund è sceso da 128 fino a 108 punti base. Mentre la differenza di rendimenti tra il decennale spagnolo e il benchmark tedesco è andato sotto quota 100. In chiusura la differenza di rendimenti tra Roma e Berlino si è assestata a 116,7 punti base.
Il tutto è stato la conseguenza della comunicazione da parte di Draghi che gli acquisti di titoli (di Stato e privati) saranno di 60 miliardi di euro al mese. Un programma fino al settembre 2016. Il che significa circa 1.100 miliardi. Insomma, sul fronte dell’ammontare del programma d’intervento, il presidente della Bce ha descritto la migliore ipotesi che i mercati potevano aspettarsi.
Poi, ovviamente, sono arrivati ulteriori dettagli che hanno un po’ raffreddato gli animi. In particolare, la Bce ha indicato che rispetto alla condivisione dell’eventuale rischio sugli acquisti questo riguarderà il 20% del loro valore. Cioè, in generale (e senza entrare nei particolari) l’eventuale perdita sull’asset acquisito l’80% della minusvalenza sarà in capo alla singola banca centrale nazionale. A fronte di questa indicazione, inevitabilmente, il rally dei titoli di Stato dei Paesi periferici di Eurolandia è scemato.
Rispetto, invece, alla votazione all’interno del Board è stato indicato che c’è stata l’unanimità nel considerare il programma di acquisto come un toll «legale». Si tratta, evidentemente, di un passo importante. Poi, sul fronte del timing, Draghi ha indicato che c’è stata larga maggioranza e quindi non è stato necessario arrivare alla votazione.
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