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Giuseppe Vegas (Consob): «Vendite anomale su banche popolari, plusvalenze per 10 milioni»

La maggiore contendibilità e una governance proporzionale alle partecipazioni nell’azionariato renderanno più appetibili gli investimenti nelle banche Popolari, oggetto della riforma da parte del Governo. Questo porterà a favorire un processo di patrimonializzazione incentivando i grandi investitori istituzionali a partecipare al capitale azionario degli istituti. Proprio per questo il giudizio della Consob sul decreto legge del Governo è «complessivamente positivo». È quanto questo pomeriggio il presidente dell’Authority, Giuseppe Vegas, ha illustrato nel corso dell’audizione alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera riunite, dando poi anche informazioni sull’azione di vigilanza sui movimenti dei titoli in Borsa in occasione dell’annuncio della riforma. Alcuni soggetti, secondo quanto riferito, hanno effettuato acquisti prima del 16 gennaio, «eventualmente accompagnati da vendite nella settimana successiva. Le plusvalenze effettive o potenziali di tale operatività sono stimabili in circa 10 milioni di euro».

Tornando all’analisi del decreto: «La ratio del provvedimento in esame va ricercata nella possibilità di consentire alle banche in questione di reperire più agevolmente risorse sul mercato dei capitali, in vista di un rafforzamento dei coefficienti patrimoniali. Tale processo di patrimonializzazione potrà essere favorito dalla coesistenza di un duplice ordine di fattori determinanti. In primo luogo, il passaggio al modello di società per azioni renderà senz'altro più agevole e meno onerosa la contendibilità del controllo; ciò, a sua volta, finirà per condizionare positivamente l'efficienza e la redditività del comparto, accrescendone, in ultima analisi, l'attrattività nei confronti degli investitori» ha spiegato Vegas, aggiungendo: «Oggi l’elevato grado di frazionamento della proprietà, conseguente alla presenza di un tetto al possesso azionario, non agevola l’azione di sorveglianza e di indirizzo sull’operato degli amministratori svolta dagli azionisti. Ai problemi di coordinamento di un azionariato diffuso si aggiunge la presenza del voto capitario, che, frenando le evoluzioni negli assetti di controllo, limita l'efficienza del mercato del controllo societario quale utile strumento di pressione sugli amministratori. La necessità di raggiungere un accordo tra un gran numero di soci, al fine di assumere il controllo della società, rende, infatti, estremamente difficile l'eventuale ricambio di un gruppo dirigente che si sia rivelato inefficiente, soprattutto in realtà societarie molto grandi. Un tale ingessamento della struttura e dell'organizzazione societaria può determinare l'autoreferenzialità degli amministratori, con il rischio che vengano privilegiate scelte subottimali in relazione all'interesse sociale complessivo». In secondo luogo, «la prospettiva di assumere prerogative di governance proporzionali al valore del conferimento incentiverà senz'altro i grandi investitori istituzionali a partecipare al capitale azionario delle banche popolari» ha proseguito Vegas, aggiungendo: «In definitiva, la trasformazione delle banche popolari in società per azioni consentirà alle stesse maggiori opportunità di accesso al mercato dei capitali e comporterà una maggiore contendibilità del controllo».

«La riforma determinerà, come detto, un aumento dell’efficienza del mercato del controllo societario, con possibili effetti positivi sulla gestione aziendale e sulla qualità dell’informativa al mercato» ha dichiarato Vegas, sottolineando poi: «Tuttavia, va considerato che l’ordinamento consente, nell’ambito della disciplina della società per azioni, l’adozione di strumenti che potrebbero rendere più graduale il processo di apertura della compagine sociale e l’ingresso di nuovi azionisti: in particolare, i limiti all’esercizio del diritto di voto ovvero il voto maggiorato».

In conclusione: «le peculiarità del modello di governance delle banche popolari hanno spesso determinato significative problematiche nell’attività di vigilanza sulla trasparenza e correttezza, di competenza della Consob. La trasformazione in S.p.A. potrà, pertanto, contribuire a renderne più trasparente la governance, allineandola a quella delle altre società quotate. Quanto finora delineato porta ad esprimere un giudizio complessivamente positivo sulla riforma, anche nella prospettiva dell'apertura e dello sviluppo del mercato dei capitali» ha dichiarato il presidente della Consob.

Vegas ha, anche, fatto il punto della situazione dell’attività di vigilanza per «accertare eventuali fenomeni di abuso di informazioni privilegiate». «Dal 3 gennaio al 9 febbraio 2015 i corsi delle banche popolari sono saliti da un minimo dell’8 per cento per UBI a un massimo del 57 per cento per Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, a fronte di una crescita dell'indice del settore bancario dell’8 per cento circa; anche i volumi negoziati
hanno fatto registrare consistenti aumenti» ha illustrato Vegas, precisando però che
«l’analisi della dinamica delle quotazioni nel periodo antecedente al 16 gennaio evidenzia che i corsi delle azioni delle banche popolari hanno mostrato in media una performance negativa. Tuttavia, le analisi effettuate hanno rilevato la presenza di alcuni intermediari con un’operatività potenzialmente anomala, in grado di generare margini di profitto, sia pur in un contesto di flessione dei corsi. Si tratta, in particolare, di soggetti che hanno effettuato acquisti prima del 16 gennaio, eventualmente accompagnati da vendite nella settimana successiva. Le plusvalenze effettive o potenziali di tale operatività sono stimabili in circa 10 milioni di euro». Gli accertamenti sulle vendite allo scoperto, invece, «non hanno evidenziato elementi particolari in grado di fare emergere punti di attenzione». Su tutte le operazioni dubbie la Consob ha avviato una richiesta di informazioni a operatori italiani ed esteri proprio per un ulteriore approfondimento.

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