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Pirelli, parla il capo di China Chemical: «In caso di…

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REN JIANXIN

Pirelli, parla il capo di China Chemical: «In caso di contro-Opa il denaro sul piatto resta quello»

PECHINO - Ore dieci di domenica mattina, distretto di Haidian, a Ovest della capitale. Mentre decine di fedeli cinesi si mettono in coda a serpentone per accedere alla funzione domenicale nella Christian church, la chiesa cattolica ampiamente visibile dalle ampie finestre, nel quartier generale di China Chemical, il gigante della chimica cinese che ha acquisito la maggioranza e si prepara al controllo di Pirelli con un'Opa miliardaria, Ren Jianxin, il fondatore, affronta la prima conferenza stampa della sua brillante carriera con una dozzina di giornalisti stranieri.

Il manager è al timone della quarta società chimica cinese, la Cina è ormai un Paese che domina un terzo della chimica mondiale. Se potesse, par di capire, se ne starebbe nell'ombra, a gestire il suo impero.

Ma l'affare Pirelli ha spinto Ren, classe 1958, che vanta un percorso tipico di tutti quelli della sua generazione, inclusa la rieducazione forzata dei tempi della Rivoluzione culturale che ha fatto in tempo a sperimentare, ad affrontare la stampa. Quando la rivoluzione è finita, nel 1974, si avvicinava alla maggiore età. Appena ha potuto, ha investito in un'idea che già spianato la strada verso il top management cinese. Schivo ma non privo di curiosità per i media, Ren confessa apertamente la sua passione da ingegnere con specializzazione in chimica per Pirelli, un'azienda che ha corteggiato a lungo e che soltanto quattro anni fa sembrava alla sua portata. Poi finì ai russi di Rosneft che si aggiudicarono la metà di Camfin, la finanziaria che con Marco Tronchetti controlla Pirelli.

«Quella di Rosneft, sospira Ren, fu un'avventura finanziaria, noi abbiamo un disegno industriale». Ancora gli brucia, insomma, anche se i russi tra non molto saranno soltanto un pallido ricordo. «A quei tempi andammo a Milano, incontrammo Marco Tronchetti Provera, poi ci fu una fuga di voci che impedì l'affare – ci racconta Ren Janxin – non se ne fece più nulla». Come spiega in maniera molto franca «Pirelli era il nostro oggetto del desiderio, soprattutto per il mercato di fascia alta dei pneumatici, e come abbiamo sempre fatto anche in passato, non abbiamo mollato la presa. Due mesi fa, abbiamo ripreso i contatti e questa volta, è andata. Adesso speriamo nel closing».

Ren ha fatto delle acquisizioni all'estero il suo valore aggiunto. Dopo aver creato China Chem sulle macerie di un centinaio di aziende chimiche sparse in tutta la Cina, e sulla scorta di Blue Star, l'azienda di cleaning industriale creata con un prestito di 10mila yuan insieme ad alcuni colleghi dell'università, Ren ha iniziato lo shopping con la francese Diasseo, infilando un successo dietro l'altro, tutte acquisizioni fatte per catturare nuovi asset e nuove tecnologie.

Ambizione mista a riservatezza, narcisismo abilmente dissimulato, Ren dal 1° gennaio è chairman di China Chem secondo la nuova legge sulle state owned enterprise.

Durante l'incontro con i giornalisti non rispamia lodi per l'Italia e per Tronchetti (“un grande manager e un uomo affascinante”) e per Pirelli, Ren sostiene che l'azienda italiana «grazie a China Chem allargherà il raggio di azione soprattutto in Asia e che non ci saranno cambiamenti del gruppo dirigente». Quando vado all'estero le aziende acquisite devono farmi da maestro. Noi di China Chem vogliamo imparare. Ren sostiene che in caso di contro- Opa «il denaro sul piatto resta quello».

Si creeranno due entità «da quotare una in Italia per sostenere l'economia italiana e l'altra in Cina, non importa se a Shanghai o a Hongk Kong, con la stock connection per giunta presto anche con Shenzhen, non fa differenza». E aggiunge: «Per cinque anni Marco Tronchetti Provera sarà il ceo, ma dovrà iniziare sin d'ora a capire chi sarà il suo successore.

Insomma, le idee sono molto chiare. L'Italia non deve temere nulla, con i sindacati di Pirelli ancora non ci sono accordi per incontri preliminari. La società è sana, può solo crescere. Ren crede nel fatto che ci sia una integrazione del valore e delle competenze, la chimica è così ampai che non si può dire.

Una curiosità: Ren Jianxin vorrebbe andare negli Stati uniti ma non gli hanno dato il visto, ma anche qui non demorde. Finora ha mandato il suo vice agli incontri negli Stati Uniti, adesso è ritornato alla carica, da due mesi. La caparbietà, come dimostra il caso Pirelli, è il suo forte.

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