NEW YORK - Sergio Marchionne avrebbe deciso di rivolgersi a hedge fund e altri grandi investitori per cercare alleati che sappiano spingere la General Motors ad accettare le sue ipotesi di merger e di nuovi consolidamenti nel settore auto.
L'amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, ha rivelato il Wall Street Journal citando fonti anonime, è convinto che i grandi fondi hedge e una serie di altri investitori cosiddetti “attivisti” possano essere la chiave per sbloccare le resistenze mostrate dal board di Gm nel considerare una futura fusione con Fca. Dal Lingotto per ora nessuna conferma.
A incoraggiare Marchionne sarebbero stati i recenti successi ottenuti proprio da simili investitori. Gm ha di recente ceduto alle pressioni di una cordata di fondi hedge capitanata da Harry Wilson nel decidere buyback, operazioni di riacquisto di titoli propri, per 5 miliardi di dollari a sostegno delle sue quotazioni.
Le avance di Marchionne, però, a detta del quotidiano americano devono ancora dare frutti. Finora l'ad non avrebbe trovato un alleato naturale per l'offensiva diretta alla grande casa di Detroit nel quadro del suo pronostico che fra alcuni anni sopravviveranno soltanto tre case globali nell'auto.
La stessa Gm frena. In una sessione di domande e risposte con gli analisti in vista dell'assemblea a Detroit, il numero uno Mary Barra ha detto: «Abbiamo le dimensioni e abbiamo sfruttato le opportunità laddove potevamo beneficiare dalle partnership». Barra, scrive il Wall Street Journal, ha confermato di essere stata contattata da Fca attraverso una email che «è stata pienamente esaminata» ma la sua strategia punta ad «andare avanti da soli».
Il leader di Fca potrebbe non fermarsi alla pista americana quando si tratta di concepire nuove combinazioni aziendali: la medesima strategia, di contattare e far leva su grandi investitori esterni a favore di un merger, potrebbe essere utilizzata anche nei confronti di un grande produttore europeo del settore.
Il Journal sottolinea tuttavia che, tra gli ostacoli, ci sono i margini di profitto di Fca, tuttora inferiori a quelli dei rivali: nel primo trimestre in Nordamerica sono stati pari al 3,7% delle vendite, circa metà di quelli della Gm. Le due aziende hanno inoltre una storia di rapporti tesi, con Marchionne che nel 2005 ottenne da Gm 2 miliardi per rescindere l'obbligo di acquistare le attività auto di Fiat e la successiva fine di una joint venture su motori e sistemi di trasmissione.
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